Ad inaugurare la stagione della green economy in Capitanata è stata Candela con il suo impianto al biometano, realizzato nel 2023. Nei giorni scorsi anche Cerignola è entrata a far parte della filiera “buona” per la transizione ecologica. Questo grazie al nuovo impianto di biogas che utilizza la sansa delle olive, risorsa per produrre biometano. Si tratta di un impianto tra i primi in Italia che utilizza come risorsa principale il sottoprodotto di scarto delle olive per produrre energia rinnovabile. Punti di forza: far rete con i produttori locali, utilizzare tecnologia avanzate e aderire ai principi del “Biogas fatto bene” promosso da Cib.
I numeri
In un anno di attività sono state processate circa 60mila tonnellate di sansa e prodotti 4 milioni e 800mila metri cubi di biometano (l’equivalente del fabbisogno annuale di circa ventimila famiglie) con 51mila tonnellate di fertilizzante organico di alta qualità riutilizzato su iterreni. Per Legambiente, si tratta «di un importante esempio di filiera virtuosa, frutto di una solida alleanza tra economia circolare, agricoltura e innovazione tecnologica, chemerita di essere replicato in tutta Italia».
La presentazione
L’occasione è stata data dalla ventiseiesima tappa della campagna nazionale di Legambiente “I cantieri della transizione ecologica”. «La Puglia è un territorio a grande vocazione agricola e la promozione dell’economia circolare nella filiera dell’olio è molto importante» ha commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente che poi aggiunge «i frantoi producono enormi volumi di sottoprodotti organici liquidi e solidi, il loro riutilizzo è molto costoso e in assenza di digestione anaerobica ha impatti negativi sull’ambiente. Recuperare questi scarti per farne energia rinnovabile mettendo in rete i produttori del territorio e avviando una solida alleanza tra agricoltura, produzione di energia e cura dei suoli è una sfida cruciale che la Puglia ha dimostrato che si può vincere».
Conclude poi Ciafani «il nostro auspicio è che questa filiera circolare virtuosa venga replicata in tutto il territorio nazionale. La digestione anaerobica per produrre biometano e digestato di qualità è un processo che comporta diversi vantaggi, contribuisce alla decarbonizzazione, a ottimizzare l’utilizzo e la gestione degli scarti agroalimentari e dei reflui zootecnici».
La dichiarazione
«L’azienda Arca rappresenta un modello innovativo e sostenibile nella produzione di biometano in Italia. Questo progetto concretizza l’idea di come l’alleanza tra agricoltura e industria possa tracciare un cammino positivo per il raggiungimento degli obiettivi di transizione ecologica» commenta Piero Gattoni, presidente del Cib. «Essere scelti da Legambiente come esempio di transizione ecologica conferma l’efficacia della nostra visione imprenditoriale» aggiunge Massimo Borrelli, presidente Arca.