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La Soprintendenza ordina: «Il relitto va insabbiato»

Il relitto è antico ma per il momento, meglio interrarlo. È quello che il Comune di Lesina si è visto rispondere ufficialmente dalla Soprintendenza di Foggia alla richiesta su cosa fare del relitto rinvenuto questa estate sulla battigia di Punta Pietre Nere a Marina di Lesina.La sorprendente indicazione ci è stata rivelata dal sindaco di…

Il relitto è antico ma per il momento, meglio interrarlo. È quello che il Comune di Lesina si è visto rispondere ufficialmente dalla Soprintendenza di Foggia alla richiesta su cosa fare del relitto rinvenuto questa estate sulla battigia di Punta Pietre Nere a Marina di Lesina.
La sorprendente indicazione ci è stata rivelata dal sindaco di Lesina, Primiano Di Mauro, quando gli abbiamo chiesto notizie sul relitto e sui provvedimenti che intendeva prendere per salvaguardarlo. I resti dell’imbarcazione dovrebbero essere stati spinti sul bagnasciuga dalla forte mareggiata del 14 luglio scorso: proprio in quei giorni furono segnalati all’Amministrazione. I tecnici comunali, accompagnati dagli esperti della Soprintendenza, hanno effettuato una ricognizione in loco il 22 luglio.
La struttura di travi e assi di legno, tenute insieme da grossi chiodi e grappe di metallo lunga 4,50 m, larga 1,30 m e alta 0,70 m circa. Alcune parti risultano bruciate, forse ad opera di vandali nelle passate settimane. Sommarie ricerche d’archivio hanno permesso di ipotizzare che si tratti di un galeone della flotta inglese affondato in quel tratto di mare il 26 Maggio 1810, durante una battaglia contro navi francesi.
Il 25 luglio scorso, la Soprintendenza ha chiesto al Comune di Lesina di spostare e reinterrare il reperto più all’interno della spiaggia «posizionando un telo in tnt sul fondo della buca e al di sopra del reperto, e ricoprendo infine il tutto con altra sabbia». Tutto dev’essere eseguito a spese dell’ente, che sarà rimborsato dallo Stato, e documentato con fotografie. Il Comune ha acconsentito, chiedendo se occorresse rivolgersi a ditte specializzate ma, il 21 settembre, la Soprintendenza ha risposto che non era necessario: bastava solo operare «con attenzione».
Prescrizioni strane, considerando che in tutte le occasioni il recupero di antichi reperti viene compiuto dagli archeologi. È pur vero che la Soprintendenza di Foggia ha perduto da qualche mese –per sopravvenuto collocamento in congedo- gran parte del personale esperto e che i fondi a disposizione per l’archeologia di emergenza sono sempre più risicati. Ma così si rischia di perdere il bene ritrovato che è stato a lungo sommerso in acqua marina e avrebbe bisogno di cure particolari per la conservazione, non certo di essere sepolto nella sabbia.
In ogni caso, tre giorni fa, il Comune di Lesina ha ordinato i teli in tessuto-non-tessuto e contattato ditte in grado di svolgere le operazioni richieste. Nel frattempo, l’area è stata interdetta al pubblico, per la sicurezza dei passanti e per preservare il relitto. Lo stesso sindaco Di Mauro ha dichiarato di essere ben determinato a valorizzarlo, dopo gli opportuni studi, magari esponendolo nel Centro Visite di Lesina.

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