A Civitanova si uccide sul serio, a Orta Nova per bufala. «Voglio solo riabbracciare i miei bambini e ringraziare tutti gli abitanti di Orta Nova, per l’affetto smisurato che ha manifestato nei miei confronti».
Non c’è un briciolo d’odio o di risentimento nelle parole di Samir Marbou, per chi ha diffuso in rete la bufala della sua morte, in seguito alla disavventura che lo ha visto protagonista domenica scorsa, a Margherita di Savoia.
Sta bene ora Samir e non vede l’ora di tornare a casa a Orta Nova, la sua città, come lui stesso ci tiene a precisare, mentre lo stiamo intervistando, per telefono naturalmente, dal momento che a causa delle prescrizioni anti-covid, ci è vietato l’accesso al Policlinico di Foggia, dove abbiamo provato a incontrarlo.
«Solo Allah, può decidere della vita o della morte di ciascuno», spiega Samir un po’ imbarazzato, perché non si aspettava certo tanto clamore intorno alla sua disavventura. «Per questo – prosegue- a chiunque intenzionalmente o solo per leggerezza, avendo omesso di controllare le sue fonti, mi ha dato per morto, va il mio perdono. Chiedo ai responsabili, solo di riflettere su questa vicenda, perché il web non perdona. Fortunatamente, non sono in contatto via social con gli amici e i parenti del Marocco; in caso contrario la notizia della mia morte, avrebbe potuto avere conseguenze davvero drammatiche».
Samir c’è stato chi addirittura, ha indicato ora e luogo del tuo funerale. Acclarato che non sei un fantasma, puoi raccontare cosa ti è accaduto realmente?
«Domenica 24 luglio ho portato i miei bambini al mare a Margherita di Savoia. Mentre ero sugli scogli ho avuto un malore e sono svenuto, cadendo in mare. Fortunatamente, pur essendo finita molta acqua nei miei polmoni, sono stato prontamente soccorso e trasportato in elisoccorso al Policlinico di Foggia. Qui mi hanno curato e in tempi brevi, mi sono quasi completamente ristabilito. A breve, sarò anche dimesso».
Samir, tu sei da tempo una star del web. “Samir è ritornato” e “Samir resterà”, sono solo alcuni dei tormentoni, realizzati e diffusi attraverso la rete dall’artista Tina Ferrante, in cui si raccontano le tue vicende familiari…
«In realtà tutto è nato per gioco, poi i video nel tempo si sono moltiplicati. Devo dire, che la cosa mi fa naturalmente molto piacere; dal momento che proprio in seguito a queste simpatiche parodie ispirate a brani famosi, tanti clienti del mio banco di vendita di accessori per auto e telefonia si sono appassionati alla mia storia e alle mie vicende familiari».
A proposito della tua famiglia, mi pare che proprio di recente, il tuo sogno di poterla ricongiungere qui ad Orta Nova, si sia finalmente avverato. È così?
«Si, dopo i bimbi anche mia moglie, mi ha finalmente raggiunto a Orta Nova. A nome dei miei cari perciò, vorrei rivolgere un grande ringraziamento alle tante persone che ci vogliono bene, in questa città. Nei giorni in cui si è diffusa la falsa notizia della mia morte, un lungo serpente umano si è formato spontaneamente nei pressi della mia abitazione; per esprimere sincero cordoglio a tutta la mia famiglia. Un gesto, che non ha davvero eguali».
Una testimonianza di affetto che, nata su una notizia non vera, racconta una pagina di integrazione sociale e di comunità orientata alla pacifica convivenza.