Non è solo una questione politica, ma è soprattutto una vicenda familiare. «Mio padre ha trascorso più tempo tra le mura dell’alberghiero che a casa. Ogni giorno si svegliava alle 4 del mattino e tornava a casa solo dopo aver dato la buonanotte ai suoi studenti del convitto», sottolinea Graziamaria Starace, assessora all’istruzione del comune di Vieste e docente, in aspettativa, dell’istituto alberghiero “Enrico Mattei”, dal 31 dicembre scorso accorpato al Fazzini-Gentile.
Assessora cosa pensa della precisazione di Piemontese?
«Una replica che non prendo in considerazione. La ghigliottina regionale ferisce una comunità che è cresciuta anche grazie al suo istituto alberghiero, fucina di professionisti che sono in giro in tutto il mondo e che ancora oggi ospita studenti che arrivano da altre città, dove pure ci sono istituti alberghieri».
E che spiegazione si è data?
«Una ripicca politica che non fa bene a un territorio impegnato nella lotta alla illegalità. Una scuola è un presidio fondamentale per costruire coscienze civiche, chiuderla o accorparla è un colpo al cuore a una battaglia contro la criminalità, ma è anche cancellare la dignità di una comunità che è cresciuta tanto da diventare la prima destinazione turistica del Sud grazie anche all’alberghiero».
Però in passato lei è stata favorevole agli accorpamenti?
«Ma erano altre situazioni e c’era il parere favorevole della comunità scolastica e degli organi locali. Nel nostro caso si è andati contro ogni volontà espressa da un piano provinciale che è stato costruito in 4 mesi d’incontri e confronti».
E adesso cosa farete?
«Ne stiamo parlando informalmente tra di noi, ma alla ripresa dopo le festività faremo tutti i passi per presentare ricorso al Tar perché quella delibera ha tante anomalie che vanno sanate».
Ma perché esporsi in prima persona e non farlo come amministrazione comunale?
«Ne ho parlato con il sindaco e ho preteso di rispondere personalmente perché sono legata all’alberghiero che tra l’altro riguarda anche la storia scolastica del padre del vice presidente che qui è stato docente».
Non è un modo per prepararsi alle regionali?
«È prematuro parlarne, ma la mia posizione non ha motivazioni politiche. Stimo Piemontese e lo considero persona perbene e amministratore capace, ma non ho capito il suo gesto. Perché ferirci così?».
Lo chiamerà per avere spiegazione?
«Ora non credo, sono troppo delusa. Ha fatto passare un Capodanno a me e un compleanno a mio padre bruttissimi».