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In arrivo 190 milioni per collegare le dighe del Liscione e di Occhito: «La Capitanata non avrà più sete»

Ammonta a 190 milioni di euro lo stanziamento disposto dal Governo Meloni per collegare la diga del Liscione, in Molise, a quella di Occhito, in Puglia. A darne notizia è la senatrice foggiana di Fratelli d'Italia Anna Maria Fallucchi commentando l'intervento strategico di interconnessione tra le due dighe inserito nel decreto infrastrutture recentemente discusso in…
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Ammonta a 190 milioni di euro lo stanziamento disposto dal Governo Meloni per collegare la diga del Liscione, in Molise, a quella di Occhito, in Puglia. A darne notizia è la senatrice foggiana di Fratelli d’Italia Anna Maria Fallucchi commentando l’intervento strategico di interconnessione tra le due dighe inserito nel decreto infrastrutture recentemente discusso in Parlamento.

«Dopo anni di parole, riunioni, tavoli tecnici, commissari alle emergenze inutili e promesse rimaste sulla carta, finalmente, grazie al Governo Meloni, la Capitanata e i suoi agricoltori non avranno più sete», commenta Fallucchi, spiegando che «il tavolo tecnico ha confermato che a settembre partiranno i lavori per l’opera che renderà irrigue le nostre terre».

Si tratta, prosegue la senatrice di Fratelli d’Italia, «di un investimento di 190 milioni di euro che rappresenta non solo un risultato storico per la nostra comunità, ma anche un segnale di speranza e concretezza per il comparto agricolo e produttivo».

Fallucchi parla di «una giornata storica per la Capitanata, una pagina alla quale ho contribuito fortemente, facendone – ricorda – un mio personale cavallo di battaglia nella convinzione che non ci fosse più tempo per ulteriori perdite di tempo, forse perché essendo un’operatrice del settore so che il nostro è un distretto agricolo e territoriale strategico per l’intera Puglia e per il Mezzogiorno».

La senatrice, infine, sottolinea che «la provincia di Foggia è da sempre la culla della produzione cerealicola e ortofrutticola pugliese. Ma i nostri agricoltori sono stati lasciati soli per troppo tempo, costretti a operare in condizioni difficili, tra crisi idriche, infrastrutture obsolete e mancanza di pianificazione. Con questo intervento, si volta finalmente pagina».

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