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Il dg dimissionario Pasqualone: «Poche chance di carriera: lascio la sanità» – L’INTERVISTA

Lascia, con un grande rimpianto, perché a Foggia a lavorato molto bene e perché nella sanità pubblica pugliese aveva trovato uno spazio decisionale non comune per il settore. In sintesi, le impressioni di Giuseppe Pasqualone, 54enne commercialista monopolitano, che ha formalizzato ieri le dimissioni dalla carica di direttore generale del Policlinico “Riuniti” di Foggia. Aveva…

Lascia, con un grande rimpianto, perché a Foggia a lavorato molto bene e perché nella sanità pubblica pugliese aveva trovato uno spazio decisionale non comune per il settore. In sintesi, le impressioni di Giuseppe Pasqualone, 54enne commercialista monopolitano, che ha formalizzato ieri le dimissioni dalla carica di direttore generale del Policlinico “Riuniti” di Foggia. Aveva iniziato a febbraio 2022, dopo le dimissioni di Vitangelo Dattoli, come commissario. Poi, un anno dopo, aveva avuto l’incarico che sarebbe scaduto a febbraio 2026.

Come mai lascia?

«Per due fattori, fondamentalmente. Dopo dieci anni di lavoro nella sanità pubblica, senza una grande prospettiva di progressi di carriera, vengono meno gli stimoli a proseguire. Poi ci sono le tante proposte interessanti, anche sul piano economico, che sono giunte dal settore privato».

Dove approderà?

«Nel campo dell’edilizia: tra pochi giorni diventerò direttore generale della “Manelli costruzioni” di Monopoli, con previsioni di crescita importanti, che a breve sarà quotata in borsa. Un bel gruppo di lavoro che fa capo ad un imprenditore molto lungimirante».

Quali sono i migliori risultati che ha ottenuto a Foggia e cosa non rifarebbe?

«Mi è piaciuto molto il lavoro straordinario che siamo riusciti a fare in poco tempo, seminando risultati importanti per il futuro. Abbiamo operato bene in termini di programmazione, ma soprattutto abbiamo sbloccato l’impasse il progetto delle nuove sale operatorie, nato una decina di anni fa, completandole e aprendole nel gennaio scorso, oltre a inaugurare, l’11 novembre, il nuovo reparto di Cardiochirurgia, un’eccellenza della sanità pugliese. Un lavoro notevole».

Com’è lavorare al Riuniti?

«Un bell’ambiente quello dei Riuniti, al di là di quello che si possa pensare. Tutti, dai sanitari al personale amministrativo, mi hanno seguito bene. Hanno capito le mie intenzioni e hanno lavorato in fretta nell’interesse dell’azienda. Anche con i sindacati c’è stata grande intesa, così come con l’Università. Solo con questo lavoro di squadra abbiamo ottenuto in breve quei buoni risultati di cui parlavo. Sono riconoscente a tutti e li lascio a malincuore. A Brindisi, in una situazione ambientale un po’ più complicata, sono serviti tempi più lunghi, ma sempre con esiti positivi».

Com’è stato lavorare con la Regione?

«Una bellissima esperienza. Mi è stato sempre dato quello che ho chiesto. Avere un’autonomia del genere, in riscontro di buone idee e di voglia di lavorare, e avere un tale sostegno per il vantaggio della comunità, è fatto più unico che raro. Spero di ottenere lo stesso tipo di autonomia anche per il mio futuro. Mi spiace solo che l’assessore Piemontese non abbia preso prima le redini della Sanità: con lui è nato un ottimo rapporto di stima reciproca e un bel lavoro incentrato sugli obiettivi. Con più tempo a disposizione, saremmo stati più produttivi. Ma non ho davvero nessun rimpianto. Stavo pensando a questo passo da qualche tempo e un paio di settimane fa avevo anche informato il presidente Emiliano».
A dirigere, ad interim, l’azienda “Riuniti”, dovrebbe essere la direttrice amministrativa, Elisabetta Esposito. All’inizio del 2025, la selezione del nuovo dg.

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