Il contabile del mercato ittico di Manfredonia può avere una pistola: «È esposto a pericolo»

Il responsabile del mercato ittico di Manfredonia, incaricato di provvedere giornalmente al versamento dell’incasso pari a circa 20 mila euro, ha necessità di circolare armato perché «esposto in concreto a pericolo attuale», «muovendosi in un territorio che, dalle notizie di cronaca e dai comunicati delle autorità di polizia, risulta ad alto tasso di criminalità».

È quanto sostiene il Tar Puglia che ha accolto il ricorso del lavoratore, dipendente della società Ase (Azienda Servizi Ecologici), contro il diniego della Prefettura di Foggia al porto di pistola per difesa personale.

Il Commissariato di Manfredonia e la Questura di Foggia, ricostruisce la sentenza, avevano espresso parere favorevole al rilascio della licenza, in particolare ritenendo sussistente il «dimostrato bisogno» di circolare armato, invece la Prefettura aveva negato l’autorizzazione «tenuto conto della possibilità di ricorrere a sistemi alternativi di pagamento ovvero a servizi di scorta valori effettuati da istituti privati di vigilanza».

Secondo i giudici del Tar «non sarebbero stati adeguatamente ponderati tutti gli elementi per ritenere che il ricorrente abbia, allo stato, necessità di disporre di un’arma per difesa personale» e, in particolare, le «peculiarità del territorio» e le «particolari condizioni ambientali nelle quali opera».

«Una politica restrittiva generale in relazione alla diffusione delle armi, insindacabile nel contenuto e nel metodo poiché coperta da riserva di amministrazione – dice il Tar – , non esime l’autorità preposta dal prestabilire specifici criteri da applicare per valutare se ricorre, in concreto, il bisogno di circolare armato».

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