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Cronaca Foggia

I giudici fanno lo “sconto” all’Adisu: per Foggia pagherà solo 40mila euro

Adisu, l’Agenzia regionale per il diritto allo studio universitario, non dovrà pagare oltre un milione ma solo 40mila euro alla società titolare della residenza per gli allievi a Foggia. Lo ha stabilito la terza sezione civile della Corte d’appello di Bari che ha ridimensionato la decisione adottata in primo grado dal Tribunale e chiarito i termini di una vicenda che in passato era sfociata addirittura in un’inchiesta della Procura.

Il verdetto

La vicenda ruota intorno a un edificio, di proprietà dell’Immobiliare Due T e in passato preso in fitto dall’Adisu, che per anni ha ospitato i fuorisede a Foggia. Dopo la costruzione della residenza universitaria da parte della Regione Puglia, l’Adisu aveva immediatamente disdetto il contratto con l’Immobiliare Due T. Ne era scaturito un contenzioso civile, nell’ambito del quale la società chiedeva all’Agenzia il pagamento di tutti i canoni di locazione dal primo agosto 2014 alla data di naturale scadenza del contratto. In primo grado il Tribunale di Bari aveva condannato l’Adisu a pagare complessivamente oltre un milione di euro: un verdetto fortemente ridimensionato due giorni fa, quando la Corte d’appello ha quantificato la somma dovuta dall’Agenzia (difesa in giudizio dagli avvocati Francesco Fimmanò, Giancarlo Borriello e Guglielmo Scamardella) in soli 38.400 euro più spese.

L’inchiesta

Il contenzioso civile chiuso dalla Corte d’appello si è per lungo tempo intrecciato con un’inchiesta che ha coinvolto i vertici di Adisu e, in particolare, l’ex direttore generale Gavino Nuzzo. Fu proprio quest’ultimo, insediatosi dopo la pronuncia della sentenza che condannava l’Agenzia a pagare oltre un milione di euro, ad affidare la difesa all’avvocato Fimmanò, tra i massimi esperti di diritto privato e in passato vicepresidente della Corte dei conti. Secondo la Procura di Bari, infatti, per conferire il mandato all’avvocato napoletano sarebbe stato violato il regolamento per l’affidamento degli incarichi legali a professionisti esterni, senza dimenticare il (presunto) conflitto di interessi legato ai «rapporti di frequentazione» tra lo stesso Fimmanò e Nuzzo. Di qui i reati di truffa aggravata, abuso d’ufficio e falso ideologico ipotizzati a carico dei due. L’inchiesta, alla fine, si era “sgonfiata” e i due erano stati completamente scagionati. Due giorni fa la sentenza della Corte d’appello civile ha confermato la bontà della scelta, compiuta a suo tempo da Nuzzo, di affidare la difesa di Adisu in appello a Fimmanò.

La reazione

«Sono stato paradossalmente indagato per la gestione virtuosa dell’Agenzia – ha commentato Nuzzo dopo il verdetto della Corte d’appello – La scelta di affidare la difesa al professore Fimmanò ha evitato all’Adisu, dunque alla Regione, di pagare più di un milione di euro ai titolari del fabbricato a Foggia».

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