Da quasi 600 giorni, oltre 18 mesi, la biblioteca La magna Capitana di Foggia è chiusa per lavori e la comunità locale torna a chiederne la riapertura anche attraverso una petizione online che fa appello al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, all’assessora regionale alla Cultura Viviana Matrangola e al direttore del Dipartimento Cultura e Turismo Aldo Patruno.
Dal mese di ottobre del 2017, infatti, la gestione della biblioteca è passata dalla provincia di Foggia alla Regione Puglia.
La petizione è stata lanciata dalla Comunità politica per Foggia che si impegna ad «attivare un monitoraggio civico del bando, sostenendo i lavoratori e le lavoratrici e proponendo a chiunque condivida queste richieste – persone, associazioni, forze sindacali e politiche – la proposta di co-organizzare un’iniziativa pubblica – sit in, presidio, convegno – per chiedere la piena e celere riapertura della biblioteca».
«Enorme sforzo dei lavoratori per garantire i servizi minimi della biblioteca di Foggia»
Dalla Comunità sottolineano che «dal lontano 7 agosto 2023 le lavoratrici e i lavoratori sono costretti a operare in condizioni del tutto inadeguate nel Museo di Storia naturale, con insufficienti postazioni di lavoro, privati dei loro compiti, mortificati nella loro professionalità e spesso sotto il ricatto della precarietà che dopo anni non conosce fine. A loro riconosciamo un enorme sforzo per garantire i servizi minimi».
La biblioteca è oggetto di lavori di adeguamento e manutenzione, prima dell’impianto antincendio, adesso di quello elettrico, che si sono protratti – dicono – per molto tempo. «Alle cittadine e ai cittadini di Foggia e provincia, ai/alle molti/e che in biblioteca hanno studiato, assistito ad iniziative, costruito relazioni e parte del proprio futuro, chiediamo di non accettare la chiusura come fosse normale che i lavori pubblici di questa città possano durare anni e di riprendere la mobilitazione che a cavallo tra il 2015 ed il 2016 contribuì a scongiurare la chiusura della biblioteca che causerebbe un danno enorme per la città di Foggia e la Capitanata».