L’Anmirs (Associazione nazionale medici istituti religiosi ospedalieri) ha proclamato lo stato di agitazione a tempo indeterminato dei dirigenti medici dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza, aprendo di fatto una vertenza durissima con la direzione generale.
Al centro dello scontro c’è quella che il segretario nazionale del sindacato, Donato Menichella, definisce senza mezzi termini una «scelta scellerata»: la disdetta dell’attuale contratto di lavoro, che dovrebbe essere sostituito dal marzo 2026 con un nuovo accordo ritenuto «inadeguato e pregiudizievole».
Il nodo del contendere è la natura giuridica del futuro inquadramento. Secondo il sindacato, l’ospedale vorrebbe applicare ai suoi medici un contratto tipico delle case di cura private. Una mossa che l’Anmirs giudica inapplicabile per un IRCCS (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico), una struttura complessa che per legge prevede l’equiparazione con il personale degli ospedali pubblici. Una decisione che suona come una beffa, denuncia il sindacato, se letta alla luce dei «pesanti sacrifici» sostenuti dai camici bianchi negli ultimi anni per garantire la tenuta finanziaria dell’Ente: tagli al fondo di incentivazione, arretrati ridotti del 40% e pagati a rate, oltre a quasi 70mila ore aggiuntive prestate nel 2024 e non retribuite.
La rottura è formale: il sindacato ha chiesto alla Prefettura di Foggia l’attivazione immediata della procedura di conciliazione. Se il tentativo di raffreddamento dovesse fallire, i medici sono pronti a incrociare le braccia proclamando due o più giorni di sciopero. Parallelamente, l’Anmirs annuncia battaglia legale per il recupero delle somme dovute e l’impugnazione della disdetta contrattuale, invocando anche l’intervento della Regione Puglia affinché richiami l’ospedale al rispetto degli obblighi di legge.










