«Bisogna fare memoria operante, anche perché è un cittadino di questo territorio che si è opposto a quello che è il pizzo. Deve risvegliare le coscienze dei tanti imprenditori oggi, ma non soltanto, anche dei cittadini, perché Panunzio è un testimone credibile della lotta contro la mafia. Tanti imprenditori sono vittime di racket e gli imprenditori vanno incoraggiati, non lasciati soli. Ci vuole presenza». Sono le parole di don Antonio Coluccia, fondatore dell’opera San Giustino di Roma, che stamattina a Foggia ha preso parte alla commemorazione in occasione del 33esimo anniversario della morte di Giovanni Panunzio. L’imprenditore edile è stato ucciso dalla mafia il 6 novembre del 1992 per essersi opposto alla richiesta di pagamento di pizzo di 2 miliardi di lire. Dopo la sua denuncia furono arrestati i suoi estorsori.
«Ringrazio tutte le forze di polizia per il grande lavoro che fanno insieme alla magistratura – ha aggiunto don Coluccia – ma soprattutto voglio ringraziare tutti quei cittadini che in questi territori resistono a tutte le organizzazioni criminali che assoggettano il territorio, rubano la pace sociale e inquinano l’economia di questi territorio. Il ricordo deve diventare memoria, impegno, denuncia di ogni forma di sopruso. La storia è l’intelligenza del tempo». A Foggia c’è stata la deposizione di una corona di fiori davanti alla stele commemorativa dedicata all’imprenditore alla presenza, tra gli altri, delle forze dell’ordine, della sindaca, di amministratori comunali, familiari e rappresentanti dell’omonima associazione.