Un agente di polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Foggia sarebbe stato aggredito da un detenuto che, stando a quanto riferisce il segretario nazionale del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe) Federico Pilagatti, lo avrebbe colpito violentemente con dei pugni alla testa.
L’aggressione, riferisce il sindacalista, è avvenuta stamattina. Il poliziotto è stato subito accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale di Foggia dove, sottolinea Pilagatti, «è ancora in osservazione per trauma cranico».
Stando a quanto ricostruito, il detenuto «non sarebbe nuovo ad episodi simili». Non più di un mese fa avrebbe tentato di aggredire un altro poliziotto nello stesso carcere.
Pilagatti sottolinea che «nonostante il carcere di Foggia sia il più affollato della nazione con oltre 660 detenuti per 300 posti, l’amministrazione penitenziaria è assente, disinteressandosi di quello che avviene nell’inferno delle sezioni detentive del penitenziario. Eppure – conclude Pilagatti – basterebbe che si applicassero l’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario (carcere più duro, isolamento senza benefici) e l’art. 32 che prevede il trasferimento immediato in sezioni specifiche in luoghi distanti, e la violenza si ridurrebbe di molto. Peraltro tutta questa violenza va a penalizzare principalmente le decine di migliaia di detenuti che cercano con serietà e correttezza l’occasione per redimersi».