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Cronaca Foggia

Foggia, per il crac di Amica arriva una stangata da 27 milioni di euro: «Il Comune non vigilò»

C’è ancora incredulità al Comune di Foggia. La sentenza sul fallimento di Amica è arrivata dopo 13 anni mentre la politica in Consiglio si occupava di questioni marginali. Il Tribunale di Bari – Sezione Specializzata in materia di Imprese – ha emesso la sentenza 2319/2025 relativa al fallimento della ex municipalizzata Amica spa, condannando in solido il Comune di Foggia e una lunga serie di ex amministratori, revisori e sindaci a risarcire la curatela fallimentare per un importo complessivo pari a 27.498.334,25 euro, oltre interessi e rivalutazione. Una cifra pazzesca ma sempre inferiore a quella richiesta inizialmente dalla curatela rappresentata dalla dottoressa Mirna Rabasco e pari a più di 45 milioni di euro. Su tale numero ipotetico negativo legato al crac dell’azienda partecipata di nettezza urbana e smaltimento dei rifiuti si era basata infatti tutta la documentazione che aveva portato il Comune ad accedere al Piano Salva Enti.

I nomi eccellenti

Sono tanti i nomi celebri, che allora avevano ruoli di responsabilità nel management, nel cda, nelle controllate e nei collegi dei revisori, tutti condannati. Dall’architetto dalemiano Elio Aimola, l’allora “presidentissimo” di Amica, Michele Milano, Maresa Zangrillo, Lucia Murgolo e Fabrizio Cangelli. La sentenza sottolinea la grave omissione di controllo da parte del Comune di Foggia, ente socio unico di Amica sps, e attribuisce agli amministratori e organi di vigilanza la responsabilità diretta nel dissesto.

Lo scontro

Intanto nel campo largo è scontro. C’è molto malumore nel M5S, con il consigliere Francesco Strippoli, assai esperto di rifiuti, che aveva proposto una transazione. Negli uffici del Comune già con la passata amministrazione si era ipotizzata una soluzione del genere, tratteggiando una transazione prima di 7 milioni di euro e poi di 15. Ma sia la sindaca Maria Aida Episcopo sia l’assessore Giulio De Santis hanno preferito andare a giudizio e sono stati sordi alle istanze pentastellate. Il M5S è pronto a prendere le distanze, dal momento che ogni iniziativa degli eletti viene sempre rimbalzata dagli alleati di governo.

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