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Foggia, Gioia non vede l’ora di nascere: la piccola, figlia di un’ospite del Cara, viene alla luce in ambulanza

Non vedeva l'ora di nascere la piccola Gioia (nome di fantasia), venuta al mondo in ambulanza mentre l'équipe sanitaria del 118 di Trinitapoli 2 trasportava la mamma in ospedale. È accaduto ieri sera, 18 dicembre. L'ambulanza è intervenuta nel Cara di Borgo Mezzanone, dove era ospite la donna 30enne, per una richiesta di intervento. Sebbene…

Non vedeva l’ora di nascere la piccola Gioia (nome di fantasia), venuta al mondo in ambulanza mentre l’équipe sanitaria del 118 di Trinitapoli 2 trasportava la mamma in ospedale.

È accaduto ieri sera, 18 dicembre. L’ambulanza è intervenuta nel Cara di Borgo Mezzanone, dove era ospite la donna 30enne, per una richiesta di intervento.

Sebbene fuori dal territorio della Bat, la centrale operativa – ricevuta la chiamata dal centro di accoglienza – ha allertato la postazione di Trinitapoli, gestita in convenzione con Sanitaservice a Asl Bat per le urgenze.

L’ambulanza è subito partita e, in poco tempo, è arrivata nel Cara per prendere in carico la 30enne e trasportarla al Policlinico Riuniti di Foggia. La piccola Gioia, però, non voleva più attendere ed è venuta alla luce durante il trasporto.

In pronto soccorso era già pronta l’équipe di ginecologi che ha immediatamente preso in carico la donna.

In pochi minuti, insomma, il gran lavoro delle équipe sanitarie ha consentito di far nascere in sicurezza la piccola Gioia che ora sta bene così come sua mamma.

«È stato un mix di emozioni: c’era la paura di non farcela perché dovevo schiacciare sull’acceleratore mentre i miei colleghi mi dicevano di sbrigarmi, e poi la gioia di aver visto nascere quella bambina», racconta Andrea, 32enne di Trinitapoli, ancora emozionato per quanto vissuto.

«Non è zona nostra perché dipendiamo dalla Asl Bat ma nel Foggiano non c’erano ambulanze disponibili e siamo intervenuti noi», continua l’autista che lavora nel 118 da quando aveva 18 anni. «Mai mi era successa una cosa simile», prosegue. «Quando siamo arrivati, la partoriente era restia, non voleva che qualcuno dell’équipe la toccasse così l’abbiamo presa e messa sul mezzo», racconta.

Con lui c’erano «un infermiere di 30 anni e una soccorritrice di 40 anni: tutti giovani e con un grande senso di responsabilità. Alle 19 il traffico a Foggia era infernale e noi dovevamo raggiungere nel più breve tempo possibile il policlinico Riuniti. Ero all’ultima rotatoria quando ho sentito un grande sospiro. Arrivato davanti all’ospedale, sono sceso e ho aperto il portellone e mentre la barella lasciava il mezzo la piccola è nata». Mamma e neonata stanno bene e sono in ospedale. «È stato bellissimo, un intreccio di emozioni che né io né i miei colleghi dimenticheremo mai», conclude.

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