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Foggia, docente minacciata dai familiari di un alunno: «La scuola dev’essere luogo sicuro»

Avrebbe subito un'aggressione verbale da parte dei familiari di un alunno la docente dell'istituto comprensivo Santa Chiara-Pascoli-Altamura di Foggia, che denuncia di essere stata vittima di «atteggiamenti minacciosi». A diffondere la notizia è la stessa scuola che si è fatta portavoce del messaggio lanciato dall'insegnante: «La sua testimonianza è un invito alla riflessione e al…
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Avrebbe subito un’aggressione verbale da parte dei familiari di un alunno la docente dell’istituto comprensivo Santa Chiara-Pascoli-Altamura di Foggia, che denuncia di essere stata vittima di «atteggiamenti minacciosi». A diffondere la notizia è la stessa scuola che si è fatta portavoce del messaggio lanciato dall’insegnante: «La sua testimonianza è un invito alla riflessione e al rispetto reciproco, valori fondamentali su cui si fonda la nostra comunità educativa».

«Desidero esprimere, con grande amarezza, il mio profondo dispiacere per quanto accaduto questa mattina all’interno della scuola in cui insegno – scrive l’insegnante – È un’esperienza che mi ha ferita non solo come insegnante, ma soprattutto come persona». Da anni, continua, «svolgo questo lavoro con passione, dedizione e amore sincero verso i miei studenti, credendo fermamente che ogni gesto, ogni parola, ogni sforzo educativo potesse contribuire a far crescere in loro il rispetto, la fiducia e la consapevolezza del valore della scuola».

La donna non nasconde la propria delusione per quanto accaduto, perché «sembra che tutto l’impegno, l’attenzione e l’affetto donati nel tempo non siano bastati a far comprendere il senso vero del nostro lavoro: educare insieme, nella fiducia reciproca, nel rispetto e nella collaborazione tra scuola e famiglia».
Da questo episodio, però, la docente spera possa nascere una riflessione: «La scuola è, e deve rimanere, un luogo sicuro, dove ciascuno – docenti, genitori, alunni – si senta accolto, rispettato e ascoltato».

«Il mio desiderio – conclude – è che nessun insegnante debba più sentirsi solo o minacciato mentre svolge il proprio lavoro, e che la comunità intera possa ritrovare nel rispetto reciproco la forza di crescere insieme, per il bene dei nostri ragazzi e del loro futuro».

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