I Carabinieri della Compagnia del capoluogo hanno arrestato 5 persone accusate di aver compiuto una rapina, nel pomeriggio del 21 ottobre dello scorso anno, a Foggia, ai danni di una donna di 84 anni.
I militari hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip presso il locale Tribunale, a seguito della richiesta della Procura che aveva coordinato una lunga e complessa indagine dell’Arma.
Gli arrestati
In manette, con l’accusa di rapina aggravata in concorso, sono finiti i fratelliFini, Francescopio (23 anni) e Michele (26), di Carapelle, Raffaele Garruto (26) di Orta Nova, Michele Placentino (37) di San Giovanni Rotondo e Valentina Consalvo (31) di Foggia.
La ricostruzione
In quel pomeriggio di poco più di un anno fa, l’anziana signora, dopo aver fatto la spesa, stava tornando a casa, in via Gramsci, nel quartiere San Lorenzo. Appena entrata nel recinto del complesso residenziale in cui abita, la donna era stata aggredita alle spalle e trascinata all’interno del suo appartamento. Tre persone, con il volto coperto da mascherine chirurgiche la costrinsero ad aprire la cassaforte, poi la legarono a una sedia con fascette da elettricista e la imbavagliarono. I malviventi si impossessarono di numerosi gioielli, orologi e contanti, per un valore complessivo di diverse migliaia di euro. All’esterno, li attendevano due complici in auto che li presero a bordo per poi allontanarsi.
Le indagini
I carabinieri, grazie alle telecamere di videosorveglianza della zona sono riusciti a risalire agli autori della rapina. Poi, nel corso di una successiva perquisizione nell’abitazione dei fratelli Fini, ritrovarono un foglio stampato sul quale erano indicati suggerimenti pratici per eseguire il «colpo» e precauzioni per evitare di essere identificati. Erano anche riportate le abitudini di vita della vittima.
I preparativi
La rapina sarebbe stata ideata, alcune settimane prima, dalla Consalvo, che avrebbe coinvolto il suo compagno, Michele Fini, e poi gli altri tre. La donna aveva approfittato del rapporto di frequentazione e fiducia creato con l’anziana e soprattutto della conoscenza della sua «routine» quotidiana per programmare ogni azione.
I militari hanno tratto altri elementi importanti per l’inchiesta dall’analisi di uno dei telefoni sequestrati. Sullo smartphone hanno trovato una lunga serie di messaggi scambiati tra due degli indagati attraverso un’applicazione di messaggistica che dimostrano l’esistenza di un’intensa attività preparatoria, che venne svolta con almeno due sopralluoghi e uno studio accurato della planimetria della zona dove abita l’84enne.
L’avvocato
«La famiglia della mia assistita – ha dichiarato il legale della vittima, avvocato Michele Vaira – si congratula con i Carabinieri e la Procura per l’eccellente lavoro svolto. Fin dal primo momento abbiamo indicato agli inquirenti quella che era, a nostro parere, la pista investigativa da seguire». Le indagini – aggiunge Vaira – hanno avvalorato i sospetti iniziali: «È doloroso constatare che, purtroppo, è stato ad oggi confermato il coinvolgimento di una persona che era stata accolta in famiglia come una figlia».
«La mia assistita – ha concluso l’avvocato Vaira – ha subito un enorme trauma, dal punto di vista fisico ma soprattutto psicologico, che nessun risarcimento e nessuna condanna potrà mai cancellare».
I cinque indagati sono stati trasferiti nella Casa circondariale di Foggia, in attesa delle prossime fasi del procedimento.
