«Avrebbe voluto vivere in una città libera dalle mafie» Nicola Ciuffreda, imprenditore edile di Foggia ucciso dalla criminalità organizzata il 14 settembre del 1990 dopo aver denunciato i suoi estorsori e aver detto il suo fermo “no” alla Società foggiana.
A ricordarlo, nel 35esimo anniversario dell’omicidio, è Libera Foggia in un post pubblicato sui social.
Nicola Ciuffreda, si legge, era un «imprenditore edile pieno di vita e progetti, marito e papà di 4 figli». La sua vicenda di vita, dicono da Libera, «è emblematica della storia della città di Foggia perché quello dell’edilizia è stato per molti anni il settore di maggiore sviluppo economico. Ma la risposta di Nicola è significativa perché, con il suo rifiuto di pagare, ha acceso i fari sul sottobosco mafioso che preme e distorce il mercato delle case a Foggia».
Nicola Ciuffreda, proseguono, «con la sua vita ha difeso la possibilità di lavorare, di fare imprenditoria a Foggia come uomini e donne liberi. La sua storia parla oggi alle nostre coscienze e ci invita a denunciare i soprusi e a non voltarci dall’altra parte di fronte alle ingiustizie».
Libera infine ricorda che «la sua memoria ricorda a tutti noi la possibilità di scegliere; ci ricorda che ciascuno può incontrare la mafia, ma quello che cambia è l’elemento della scelta su come reagire, e che solo insieme possiamo fare la differenza».