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Dalla pianura al mare, il foggiano Francesco Rotundi “padre” della nave Vespucci

Una data: 22 febbraio 1931. Una figura: l’ingegnere Francesco Rotundi. Una città: Foggia, capoluogo che “naviga” sul grano. Una nave: l’Amerigo Vespucci, la «più bella nave scuola della Marina che continua a dare lustro all’Italia nel mondo», varata al Regio Cantiere Navale di Castellammare di Stabia ed entrata in servizio il 4 luglio del nono…
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L’ingegnere foggiano Rotundi, progettista della Vespucci varata dai cantieri di Castellamare di Stabia nel 1931

Una data: 22 febbraio 1931. Una figura: l’ingegnere Francesco Rotundi. Una città: Foggia, capoluogo che “naviga” sul grano. Una nave: l’Amerigo Vespucci, la «più bella nave scuola della Marina che continua a dare lustro all’Italia nel mondo», varata al Regio Cantiere Navale di Castellammare di Stabia ed entrata in servizio il 4 luglio del nono anno dell’era fascista.

Parla foggiano la nave scuola Vespucci, reduce dal tour mondiale, e impegnata nelle tappe italiane, con tappa, sessant’anni dopo, nella città di Taranto, da dove nel 1965, ai comandi dell’ammiraglio Agostino Straulino, fu protagonista di una impresa storica, uscire dal porto «con vento di tramontana secca che consentì di issare le vele e di uscire dal Mar Piccolo», onorando l’ultimo motto, “Non chi comincia, ma quel che perservera”, che leggono i cadetti dell’Accademia Navale di Livorno sul ponte di coperta.

Il personaggio

Il magazine “Diomede”, pensato e realizzato in Capitanata, ha recuperato la storia dell’Amerigo Vespucci e dedicato spazio al suo progettista Francesco Rotundi, nato il 10 luglio 1885 a Foggia, città di terrazzani e latifondisti, non certo di marinai e navigatori. Terra che ha dato i natali, il 10 luglio 1885, a Francesco Paolo Rotundi, «ingegnere, generale della Marina Militare italiana e, soprattutto, tra i più grandi progettisti navali al mondo», come si ricorda nel numero di Diomede.

Pur essendo nato in mezzo a una pianura a vocazione agricola, sente il richiamo per il mare. «Secondo di cinque figli, dopo essersi diplomato all’istituto tecnico Giannone del capoluogo daunio, si trasferì a Genova dove si iscrisse alla Scuola Superiore Navale, poiché appassionato di navi e marineria», è ricordato nella biografia edita sulla rivista, pensata e realizzata da Maurizio De Tullio.

Il lavoro

Rotundi percorre la sua strada nella Marina, dove entra come tenente del Genio con destinazione all’Arsenale di Venezia, mentre il suo ingresso nel “Comitato Progetto Navi” avviene in maniera quasi insperata. «Un giorno la nave “San Giorgio” era rimasta incagliata nello stretto di Messina mentre Rotundi era a bordo del “Volturno”. Il capitano foggiano non si perse d’animo e organizzò le operazioni di salvataggio della nave, che rientrò agevolmente in porto. Grazie a questo episodio i superiori lo cooptarono nel “Comitato Progetto Navi”».

Il progetto

Come ricorda ancora De Tullio «Nel 1925 era ormai vicina la fine della vita operativa del primo “Vespucci”. Sarà l’allora ministro della Regia Marina, Giuseppe Sirianni, a decidere la costruzione di due navi scuola. Il progetto venne affidato a Rotundi, il quale, nel disegnarne le forme, si ispirò a quelle di un vascello della fine del XVIII secolo. A solcare il mare fu però la prima delle due unità, la “Cristoforo Colombo”, entrata in servizio nel 1928 e impiegata come nave scuola fino al 1943. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale sarà ceduta all’Unione Sovietica in risarcimento per i danni di guerra. Finirà in cenere, nel 1963, a seguito di un incendio, ancorata nel porto di Odessa». La Vespucci dovrà aspettare il 1931 per portare la sua inconfondibbile sagoma, dsipinta di bianco e nero, sui mari di tutto il mondo.

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