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Crisi idrica, nell’invaso di Occhito più vicino il “volume morto”. Coldiretti: «Restano 44 mln di metri cubi d’acqua»

Nell'invaso di Occhito, nel Foggiano, la soglia critica del cosiddetto "volume morto" (40 milioni di metri cubi d'acqua) è sempre più vicina. A lanciare l'allarme è la Coldiretti Puglia, sulla base dei dati dell'osservatorio Anbi sulle risorse idriche. Stando a quanto emerge, nonostante le sospensioni dell'irrigazione, nell'invaso restano poco più di 44 milioni di metri…
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Nell’invaso di Occhito, nel Foggiano, la soglia critica del cosiddetto “volume morto” (40 milioni di metri cubi d’acqua) è sempre più vicina.

A lanciare l’allarme è la Coldiretti Puglia, sulla base dei dati dell’osservatorio Anbi sulle risorse idriche. Stando a quanto emerge, nonostante le sospensioni dell’irrigazione, nell’invaso restano poco più di 44 milioni di metri cubi d’acqua.

Per Coldiretti «le ripercussioni sull’agricoltura sono già pesanti: i trapianti autunno-vernini risultano fortemente compromessi e molti agricoltori stanno rallentando o rinviando le semine, impossibilitati a garantire l’irrigazione necessaria alla sopravvivenza delle piantine».

L’associazione ritiene urgente «un intervento strutturale immediato: occorre completare e ammodernare le infrastrutture irrigue, garantire la manutenzione straordinaria degli impianti collettivi e dei pozzi, riqualificare gli invasi esistenti, rendere più efficienti le reti di adduzione e scolo e rinnovare gli accordi interregionali per l’approvvigionamento idrico».

Sul fronte europeo, intanto, Coldiretti sottolinea che «è stato ottenuto il via libera per finanziare direttamente la gestione idrica attraverso le risorse comunitarie dei fondi di coesione, destinandole alla realizzazione dei bacini di accumulo. È un segnale evidente – aggiunge l’associazione – della necessità di intervenire in modo strutturale sulla gestione dell’acqua, una risorsa strategica per il futuro dell’agricoltura. La possibilità di utilizzare i fondi di coesione per finanziare interventi idrici rappresenta una svolta attesa da tempo, che consentirà di investire in infrastrutture fondamentali per trattenere l’acqua nei periodi di pioggia e renderla disponibile nelle fasi di emergenza».

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