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Condannato per violenza sessuale di gruppo su una 15enne: latitante di San Severo rintracciato in Spagna

È stato rintracciato a Tenerife e arrestato il latitante 35enne Ciro Troilo di San Severo, condannato in via definitiva a 6 anni, 7 mesi e 20 giorni di reclusione per violenza sessuale di gruppo ai danni di una 15enne. I fatti avvennero il 20 luglio del 2009 a Portonovo, in provincia di Ancona. L'uomo è…

È stato rintracciato a Tenerife e arrestato il latitante 35enne Ciro Troilo di San Severo, condannato in via definitiva a 6 anni, 7 mesi e 20 giorni di reclusione per violenza sessuale di gruppo ai danni di una 15enne. I fatti avvennero il 20 luglio del 2009 a Portonovo, in provincia di Ancona. L’uomo è anche accusato di produzione, vendita e acquisto di sostanze stupefacenti.

Il 35enne è stato localizzato e arrestato dai carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo di Ancona al termine di «un lavoro di indagine certosino che ha permesso di individuare e catturare i latitanti in raccordo e interscambio informativo con le forze dell’ordine straniere».

Troilo è uno dei tre latitanti arrestati dai carabinieri di Ancona. Tra questi figurano anche l’albanese 47enne Gentian Kadillari – arrestato il 25 settembre 2024 dalla polizia di Tirana – che deve scontare una pena di 5 anni, 11 mesi e 3 giorni di reclusione per furto in abitazione aggravato, ricettazione aggravata, possesso e fabbricazione di documenti falsi, porto d’armi.

La terza latitante è una donna, Dora Ituma, di Benin City di 52 anni – arrestata il 3 gennaio scorso in Olanda – che deve scontare una pena di 12 anni, 7 mesi e 5 giorni di reclusione per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, per fatti commessi in Ancona, Porto Recanati, Torino e in territorio spagnolo in epoche antecedenti al maggio 2004.

All’individuazione all’estero dei latitanti gli inquirenti sono arrivati prima spulciando i fascicoli all’interno del Sistema informatico esecuzioni penali (Siep), poi analizzando la documentazione di polizia giudiziaria, ma anche attraverso l’analisi di social network e fonti aperte a cura della sezione “Cyber Investigation” del nucleo investigativo dei carabinieri e, infine, con l’acquisizione di fotografie recenti e di matching con il sistema di comparazione automatica delle immagini “Sari”.

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