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Cerignola, 26enne morì dopo un pestaggio in discoteca: udienza rinviata. Lo sfogo del padre: «Sette anni di dolore»

«Ancora una volta il processo è stato rinviato. Sette anni di dolore, di attese, di processi che si allungano. Sette anni in cui abbiamo avuto pazienza, dignità e rispetto per le istituzioni. Ma oggi, dopo l'ennesimo rinvio, ci sentiamo lasciati soli». È l'amaro sfogo di Giuseppe Monopoli, papà di Donato, il 26enne di Cerignola morto…
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«Ancora una volta il processo è stato rinviato. Sette anni di dolore, di attese, di processi che si allungano. Sette anni in cui abbiamo avuto pazienza, dignità e rispetto per le istituzioni. Ma oggi, dopo l’ennesimo rinvio, ci sentiamo lasciati soli». È l’amaro sfogo di Giuseppe Monopoli, papà di Donato, il 26enne di Cerignola morto a maggio del 2019 dopo sette mesi di agonia trascorsi in ospedale a seguito di un violento pestaggio avvenuto all’esterno di una discoteca di Foggia nell’ottobre del 2018.

L’udienza del processo d’appello bis a Bari è stata rinviata al 23 marzo del 2026. La Cassazione il 15 febbraio del 2025 aveva annullato la sentenza del processo di appello rinviando a un’altra sezione della Corte d’Appello di Bari per nuovo giudizio.

L’udienza per l’appello bis prevista per oggi è stata rinviata, dunque, al 23 marzo prossimo (per questioni tecniche legate, a quanto si apprende, alla nomina di un nuovo legale da parte di uno degli imputati). Gli imputati sono Francesco Stallone e Michele Verderosa, condannati in secondo grado rispettivamente a 10 e 7 anni di reclusione.

Nel maggio 2024, la Corte di Assise di appello di Bari derubricò in omicidio preterintenzionale la precedente condanna a omicidio volontario, con conseguente riduzione della pena. La Corte d’Assise di Foggia nel giugno del 2022 aveva condannato a 15 anni e 6 mesi Stallone e ad 11 anni e 4 mesi Verderosa.

Il padre di Donato, con la sua famiglia, chiede «cosa dobbiamo aspettarci la prossima volta? Ancora un rinvio? Ancora silenzi? Quello che stiamo vivendo è un’offesa non solo a noi, ma soprattutto a nostro figlio Donato».

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