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Cronaca Foggia

Auto rubate e cannibalizzate nel Foggiano: si costituisce Antonio Dimmito, presunto capo della gang

Si è costituito ieri mattina, ai carabinieri della Bat, Antonio Dimmito, il cerignolano 57enne latitante dal 10 dicembre, quando i militari avevano sgominato una banda criminale dedita alla ricettazione di auto rubate che aveva come base operativa le città di Cerignola e San Ferdinando di Puglia ma raggio d’azione esteso all’intera Puglia. Nel corso dell’operazione, denominata “Redividi Imperium”, erano stati eseguiti 12 arresti (in carcere e otto ai domiciliari) e notificati otto obblighi di dimora. Altri sei indagati, tra cui lo stesso Dimmito, si erano resi irreperibili e quindi non era stato possibile applicare le ordinanze cautelari che li riguardavano.

La ricostruzione

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, era proprio Dimmito che coordinava un gruppo con compiti ben definiti, dalla “squadra” dei ladri su commissione, a quella dei “tagliatori”, specializzati nello smontaggio dei singoli pezzi e nella loro “ripulitura” -che faceva scomparire ogni segno o matricola che permettesse di identificarne la provenienza – per finire con la squadra dei venditori, che provvedevano al commercio illecito, via web, su tutto il territorio nazionale ma anche all’estero. I veicoli venivano rubati in Puglia, Marche, Abruzzo e Molise, portati in poderi abbandonati in poderi isolati del sud della Capitanata e del Nord Barese dove si procedeva alla “cannibalizzazione”. Nel solo periodo dell’indagine di “Redividi Imperium”, almeno 60 auto erano state sottoposte a questo trattamento. Si trattava sempre di veicoli di lusso, che fruttavano un giro di affari illeciti per milioni di euro.

Le indagini

Il blitz del 10 dicembre era stato preceduto da altri due: uno del 15 febbraio -19 misure cautelari- e l’altra del 5 aprile -7 arresti, sempre tra Bat e Capitanata. Tutti mirati a scardinare un fenomeno che lo stesso Procuratore vicario, Antonio Laronga, ha definito “una piaga sociale”, per le ricadute economiche che provoca sulle famiglie derubate, la concorrenza sleale dei criminali nei confronti dei legittimi rivenditori di componentistica automobilistica, la crescita dei prezzi delle assicurazioni sui furti d’auto in terra di Puglia.

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