Dopo due due ore circa di visita alla casa circondariale di Foggia l’avvocata Maria Pia Scarciglia, osservatrice Antigone e presidente di Antigone Puglia ha evidenziato lo stato di abbandono da parte del territorio del carcere foggiano, denunciando anche lo stato malsano di alcune celle.
«È un carcere che fa fatica a ripartire dopo la pandemia – ha spiegato fuori dai cancelli -. Qui ci sono stati dei focolai importanti che fortunatamente sono stati affrontati al meglio. La campagna vaccinale è stato un successo, perché quasi tutti i detenuti hanno aderito. Ma l’impressione che abbiamo avuto, nonostante gli sforzi della direttrice, del comandante, è che non ci sia una vera ripartenza sulla scuola, sui corsi trattamentali che sono pochissimi. I volontari sono solo su carta ma ancora non entrano. C’è anche una distanza, per le poche opportunità che il territorio offre per questo istituto».
Poche secondo l’avvocata le opportunità culturali, ricreative, sociali e lavorative del carcere di Foggia. Ha aggiunto: «Non esistono protocolli per i lavori di pubblica utilità che invece riscontriamo in altri istituti, dove Tribunale, Procura e Comune accolgono i detenuti con pene medio brevi. Ci sono reparti che dovrebbero essere secondo noi chiusi, come l’infermeria, dove ci sono detenuti tossicodipendenti e con disagi psichiatrici, che presenta celle fuori standard, senza dignità e senza rispetto per i diritti umani. È un istituto che ha bisogno dell’attenzione della politica, ma anche del territorio e dei cittadini».
