Ogni 22 marzo si celebra la Giornata mondiale dell’acqua, un’occasione per riflettere sull’importanza di una risorsa fondamentale, ma troppo spesso data per scontata. L’acqua è vita, ma è anche responsabilità: la gestione sostenibile di questa risorsa è una sfida cruciale che tocca la qualità dei servizi, la tutela dell’ambiente e la consapevolezza dei cittadini.
In Italia siamo fortunati. Il nostro Paese dispone di un’abbondante disponibilità di acqua potabile e la rete idrica pubblica, pur con alcune criticità infrastrutturali, garantisce un’acqua sicura e controllata. Secondo i dati di Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) e dell’Iss, l’acqua del rubinetto in Italia è tra le più controllate d’Europa. Viene sottoposta a continui monitoraggi da parte delle aziende di gestione e delle autorità sanitarie, che verificano la conformità ai parametri di legge su microbiologia, metalli pesanti, nitrati, pesticidi e molto altro.
Eppure, nonostante queste rassicurazioni, l’Italia è tra i maggiori consumatori mondiali di acqua in bottiglia. Ogni anno, vengono acquistati circa 8-9 miliardi di litri di acqua confezionata, prevalentemente in bottiglie di plastica Pet, con un consumo pro capite che supera i 200 litri annui. Un paradosso, considerando che l’acqua del rubinetto è sicura, disponibile a chilometro zero, e costa in media circa 0,002 euro al litro, contro i 0,30-0,50 euro di quella imbottigliata.
Quali sono le ragioni di questa abitudine tanto radicata quanto discutibile? Innanzitutto, c’è una questione culturale. In molte famiglie persiste la convinzione che l’acqua in bottiglia sia “più pura”, “più sicura” o “più buona”. In parte è un retaggio del passato, in parte è frutto di campagne pubblicitarie che hanno saputo associare l’immagine dell’acqua minerale a concetti di benessere, salute e naturalità. Inoltre, in alcune zone del Paese, il gusto dell’acqua di rubinetto può risultare meno gradevole a causa della presenza di cloro (necessario per la disinfezione) o di elevate concentrazioni di sali minerali, pur senza che questo comporti rischi per la salute. Acquedotto Pugliese effettua una lunga serie di controlli per garantire standard molto elevati. Sul sito www.aqp.it è possibile verificare quanto è buona la qualità dell’acqua erogato nei diversi comuni visionando le analisi fatte periodicamente e comparando i risultati con i limiti di legge.
C’è poi una questione di fiducia nelle istituzioni e nei gestori del servizio idrico. Laddove mancano trasparenza, comunicazione e investimenti sulle infrastrutture, i cittadini tendono a diffidare dell’acqua di rubinetto, anche se i parametri di legge sono rispettati. La qualità percepita conta quanto quella reale.
Ma il consumo eccessivo di acqua in bottiglia ha conseguenze ambientali non trascurabili. La produzione di bottiglie in Pet comporta l’uso di risorse fossili, emissioni di Co2 e costi energetici. Inoltre, solo una parte delle bottiglie viene effettivamente riciclata, mentre milioni finiscono negli inceneritori, in discarica o, peggio, dispersi nell’ambiente.
Promuovere l’uso dell’acqua di rubinetto significa quindi compiere una scelta ecologica, economica e consapevole. Alcuni comuni italiani hanno avviato campagne di sensibilizzazione, installato fontanelle pubbliche, distribuito borracce nelle scuole o reso accessibili online i dati sulla qualità dell’acqua erogata. Ma è necessario un salto culturale collettivo.
Bentornato,
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