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Un’Europa nazional popolare

A differenza delle manifestazioni di giubilo che vengono, sia dalle forze di Governo che da quelle di opposizione, il voto delle elezioni europee, guardando l’Europa in generale, dovrebbe generare non poche preoccupazioni. A parte che, prima di ogni cosa, ci dovrebbero spiegare, se fossero dei politici seri, che hanno a cuore il futuro delle nuove generazioni, quale motivo di soddisfazione ci può essere in un Paese dove più del 50 per cento della popolazione non va più a votare. Un ‘trend’, peraltro, in continua crescita; con il che si evince, che la nostra politica non solo non convince ma, continua ad allontanare i cittadini dalla cosa pubblica.

Certo, se vogliamo godere di soddisfazioni minime, sapere che Calenda e Renzi non possano fare i prestigiatori in Europa è una gratificazione di non poco conto. Così come, sapere che finalmente Emma Bonino, potrà andare in pensione, creerà meno ansie da prestazione ai futuri candidati. In un contesto internazionale così incandescente, con scenari di guerra che anziché placarsi tendono ad ampliarsi, ci sarebbe bisogno di una Europa forte, cosa che invece, questo voto pregiudica.

Ne il dibattito che si è aperto all’indomani del voto può farci dormire sonni tranquilli. L’Europa brucia e la priorità pare essere l’aborto.

Anche se la preoccupazione maggiore, è quella di costruire maggioranze che possano permettere di ottenere gli incarichi più prestigiosi. Come se l’Europa fosse stata aggredita dall’Italico virus. Infatti, così pensa la Meloni, così pensa Salvini, ma allo stesso modo pensano la Von der Leyen, Macron, Scholz e molti altri ancora.

Certo che l’avanzata di una destra, estremista, razzista e violenta deve preoccupare. Ma nessuno che prova ad analizzare il perché di questo fenomeno. Tutti, invece, a organizzare il risiko dei posizionamenti, per poter meglio accedere alle stanze dei bottoni. Prove tecniche di alleanze si sono fatte certamente durante il G7 che, orgogliosamente abbiamo ospitato nella nostra regione. Ma ci piacerebbe che al centro dell’agenda ci fosse la Pace e non le ‘stoltenberg’ idee americane che, francamente, sono diventate insopportabili; ci stanno danneggiando economicamente e ci hanno stancato oltre ogni umana sopportazione. Oppure la Nato e i nostri rapporti con gli Stati Uniti d’America.

Non credete che sia giunto il momento di ridiscutere ruoli e funzioni di questa vecchia alleanza? Ecco, bisognerebbe recuperare l’idea costitutiva dell’Europa. Ma la stragrande maggioranza degli eletti, almeno in Italia, quell’idea non la conosce. Se fai una campagna elettorale con lo slogan ‘Più Italia, Meno Europa’ è sicuro che quell’idea non la conosci. Non sai nulla del ‘Manifesto di Ventotene’; non sai nulla di un Europa libera, democratica e unita; non sai che l’Europa è stata pensata dopo la seconda guerra mondiale, da persone come, Winston Churchill o Altiero Spinelli, i quali ritenevano che solo un Europa forte poteva essere garanzia di Pace. Cosa c’è di più attuale di quel pensiero? Noi mandiamo in Europa Vannacci e la Salis senza provare un minimo di vergogna. Una sorta di Odeon dove tutto fa spettacolo. Peccato però, che poi i conti li pagano milioni di innocenti e milioni di lavoratori. Milioni di innocenti che non riusciamo a salvare dalle guerre e milioni di lavoratori, che siamo noi, gente comune che non crede più nelle Istituzioni occupate da questo ciarpame.

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