Il rapporto AlmaLaurea fornisce una fotografia dettagliata del panorama occupazionale dei laureati italiani, evidenziando come il titolo di studio influisca sui compensi, con differenze marcate legate al tipo di laurea conseguita e all’area geografica in cui si lavora. È importante confrontare questi risultati con quelli degli altri Paese europei. Il progetto Traced punta ad armonizzare i dati sui percorsi formazione-lavoro disponibili per facilitare il confronti internazionali.
Secondo AlmaLaurea, i compensi medi dei laureati italiani dipendono significativamente dal livello del titolo di studio e dalla regione in cui lavorano. I laureati triennali, a un anno dal conseguimento del titolo, guadagnano mediamente circa 1.300 euro netti al mese. La situazione migliora per chi prosegue con una laurea magistrale, dove il compenso medio sale a circa 1.500 euro netti. Tuttavia, il vantaggio economico della laurea è influenzato anche dal settore disciplinare: i laureati in discipline Stem (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) ottengono retribuzioni nettamente superiori rispetto a coloro che si orientano verso le scienze umanistiche o sociali. Anche l’area geografica gioca un ruolo cruciale: lavorare al Nord garantisce stipendi mediamente più alti rispetto al Centro e, ancor di più, rispetto al Sud. Ad esempio, un laureato magistrale occupato in Lombardia può guadagnare fino al 30% in più rispetto a un collega con lo stesso titolo impiegato in Calabria. Questi dati confermano la persistenza del divario Nord-Sud, non solo in termini di opportunità occupazionali ma anche di compensi economici. L’Italia, attraverso AlmaLaurea, è al centro di un progetto ambizioso di respiro europeo: il progetto Traced, che mira a creare una base dati armonizzata per analizzare e comparare i percorsi formativi e occupazionali dei laureati nei vari paesi europei. Il progetto, coordinato da AlmaLaurea con il supporto dell’Istat e del Ministero dell’Università e Ricerca (Mur), è parte integrante della European Graduate Tracking Initiative, una piattaforma che punta a rendere disponibili in modo regolare dati comparabili a livello continentale. Uno dei punti centrali del progetto Traced è la Eurograduate Survey, un’indagine armonizzata che permetterà di raccogliere informazioni omogenee sul destino professionale dei laureati, con l’obiettivo di fornire indicazioni utili a politica e accademia per migliorare l’istruzione e la formazione. Il progetto include uno studio di fattibilità per integrare i dati raccolti con quelli amministrativi già esistenti, offrendo così un quadro più completo e attendibile.
Il 25 novembre l’aula magna dell’Istat ospiterà un convegno per presentare i primi risultati del progetto Traced. Esperti del mondo accademico, della ricerca e degli enti partner del progetto discuteranno delle potenzialità di una piattaforma condivisa europea per il monitoraggio dei laureati. Tra i temi centrali del convegno spiccano la valorizzazione dei percorsi formativi, la comprensione delle competenze richieste dal mercato del lavoro e l’analisi delle differenze strutturali tra i Paesi europei. Si tratta di un’occasione per riflettere su come i dati possano guidare le scelte politiche, sostenendo una maggiore equità e mobilità per i giovani laureati in Europa. I dati AlmaLaurea, uniti alle analisi del progetto Traced, evidenziano la necessità di politiche che riducano le disuguaglianze territoriali e migliorino il raccordo tra università e mercato del lavoro. Con il supporto di progetti come Traced, l’Italia ha l’occasione di essere un esempio di buone pratiche e un punto di riferimento nella costruzione di una strategia europea per il monitoraggio e il miglioramento dell’istruzione superiore.
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