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Un tetto non sia un privilegio

Casa, acqua, luce: tre parole che dovrebbero essere sacre, ma oggi suonano più come un lusso per pochi eletti. In Italia si cresce sognando la casa di proprietà, ma per molti è solo un incubo a rate chiamato mutuo. I più fortunati lo estinguono senza patemi, gli altri – come me – contano gli anni come fossero giorni di prigionia.

E quando finalmente la casa è “tua” (o meglio, della banca che ti sorride come un ex che non ti lascia in pace), arriva il vero spettacolo: bollette che salgono più velocemente di un razzo, stipendi fermi da decenni e un caro vita che ti fa rimpiangere persino il mercato del pesce. Un chilo di ciliegie a 45 euro? Benvenuti nella realtà, dove anche il frutto più dolce diventa un lusso da vip.

Come si fa a vivere dignitosamente? Non è questione di scegliere tra vestiti firmati o zainetti da mercatino, ma di non sentirsi esclusi da un sistema che ti giudica solo per quello che possiedi. E così, sempre più “medio borghesi” si ritrovano a fare la fila alle mense, con la dignità in tasca e la rabbia a mille.

Soluzione? Non basta lamentarsi. Lo Stato deve smettere di fare il turista e iniziare a costruire case vere, non castelli di carta. Se vogliamo davvero respirare, bisogna investire in efficienza energetica: meno sprechi, bollette più leggere e un po’ di ossigeno per il portafoglio.

Perché la casa non può essere un privilegio. È un diritto. E senza un tetto, non c’è dignità. E se il caro vita continua così, presto dovremo scegliere: mutuo o mangiare? O forse, più semplicemente, mutuo e mangiare… ma solo aria.

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