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Un patto tra scuola e medicina per la crescita dei nostri ragazzi

Nei giorni scorsi, invitato, ho preso parte all’audizione davanti alla settima Commissione Cultura della Camera dei deputati per intervenire sulla proposta di legge recante disposizioni sul consenso informato in ambito scolastico da parte dei genitori di studenti minorenni nell’ipotesi in cui a scuola si affrontino i temi della sessualità, affettività ed etici. Mi sono posto un quesito che poi ho posto direttamente alla Commissione: mentre si continuano a proporre leggi parziali, intrise di falsa morale e con uno sguardo politico limitante, e i nostri adolescenti si formano (come accade da 50 anni) su riviste o social pornografici, perché noi continuiamo ad arrovellarci su concetti intrisi di falsa morale, di cultura legata a concetti privi uno studio reale efficace di governo di certe questioni?

Materie importanti come l’educazione civica e alla salute, inclusa l’educazione alla sessualità, devono diventare materie fondamentali nelle scuole. Una legge quadro seria ed esaustiva per educazione civica e alla salute, compresa la sessualità, non si approva e intanto noi continuiamo a ignorare le vere e reali cose che possono far bene ai ragazzi e alle famiglie. È giunto il momento di affrontare il tema della tutela del diritto alla salute delle persone di minore età, in particolare sul tema della medicina scolastica.

La pandemia, per esempio, ha svelato numerose “pecche” istituzionali e operative sulla assistenza sanitaria territoriale. Per quanto riguarda i minori, diventa quanto mai opportuna l’attivazione del servizio di medicina scolastica attraverso la concretizzazione di importanti presidi socio-sanitari operanti nella quotidianità della vita scolastica a stretto contatto con studenti, genitori e docenti. Per esempio l’equipe socio-sanitaria interdisciplinare può essere un’esperienza di professioni di operatori per la salute presenti costantemente all’interno della scuola, sviluppando programmi di formazione e informazione per alunni, docenti e genitori.

Pertanto invito il Governo nazionale e regionale, il Parlamento, il mondo scuola e i sindaci ad adottare misure idonee affinché si ripensi ai servizi di medicina scolastica adeguandosi a quanto previsto dall’articolo 14, comma 1 lettera e, della legge 833 del 23 dicembre 1978 in materia di igiene e medicina scolastica.

Rimarco l’importanza degli interventi a tutela del benessere e dello sviluppo psico-fisico delle alunne e degli alunni. Utile sarebbe la promozione dei servizi di medicina negli ambiti territoriali. Le criticità esplose in questi anni hanno reso urgente e necessaria la promozione di un coordinamento tra settore socio-sanitario e scolastico che negli ultimi tempi hanno manifestato uno sterile scollamento. I servizi socio- sanitari rinnovati, anche alla luce del Pnrr , troverebbero realizzazione più efficace, vista l’attuale emergenza, intervenendo su aspetti di primaria importanza: igienico-sanitari, nutrizionali legati alla refezione scolastica, sostegno psicologico per le persone di minore età, educazione alla salute e alla sessualità.

La medicina scolastica, rinnovata e resa attiva, consentirebbe di creare figure di raccordo tra famiglie e medicina del territorio, in grado di dare risposte efficaci alle esigenze di benessere della comunità scolastica, garantendo interventi di screening per la prevenzione e la diagnosi precoce delle patologie in età evolutiva, interventi di assistenza e di monitoraggio delle condizioni di salute degli studenti.

Ludovico Abbaticchio è garante dei minori in Puglia e presidente nazionale del Sindacato medici italiani

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