Lo sviluppo e la crescita sociale dell’economia passano attraverso la centralità delle lavoratrici e dei lavoratori. Non bastano i dati a delineare un quadro complesso e articolato per poi giungere, infine, a giudizi affrettati. Viviamo, “numericamente parlando”, un periodo positivo, ma le statistiche anche in Puglia vanno lette con attenzione.
Da qui l’esigenza di un tavolo permanente di confronto e dialogo tra le parti sociali, istituzionali, datoriali e politiche, con lo scopo di decifrare i fenomeni in corso e individuare soluzioni condivise. Il nostro Paese deve fare i conti con un debito pubblico complessivo (giugno 2024) di 2.949 miliardi di euro, ossia circa una volta e mezzo il Pil nazionale. Infatti nel 2023 (dati Istat) il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 2.085.376 milioni di euro. Come Cisl Puglia abbiamo evidenziato, in diversi contesti, che potrebbero essere fuori luogo toni apocalittici così come quelli trionfalistici, da parte della politica.
Occorre dare il giusto valore ai numeri, con equilibrio, come evidenziato anche dalle statistiche e i report sulle retribuzioni tra Nord e Sud del Paese, che vedono la Puglia 18esima su 20 regioni con una retribuzione giornaliera media nel 2022 di 74,65 euro, un po’ lontana da altre realtà regionali, in particolare da regioni settentrionali. È evidente che il Mezzogiorno paghi un minore sviluppo complessivo, per carenza di infrastrutture e investimenti, minore produttività, e che rischia di accentuarsi specie per una serie di processi di deindustrializzazione, ma anche per un lavoro irregolare diffuso che provoca di conseguenza un abbassamento dei salari contrattualizzati dei settori che tradizionalmente sono investiti da questa piaga sociale.
A riguardo, però, è interessante notare, sui dati statistici consolidati, che nel periodo 2014-2020 l’occupazione in Puglia, è aumentata dell’8,92% a fronte però del +15,75% registrato per l’intera occupazione nazionale e prima della crisi pandemica. L’incidenza percentuale degli occupati pugliesi rispetto al totale degli occupati nazionali nel 2023 è stata pari al 5,51%, superiore di appena 0,25 punti percentuali rispetto al 2015 e di solo lo 0,7% rispetto al 2005. È utile anche osservare che il tasso di occupazione pugliese da oltre 10 anni, fascia di età da 15 anni in poi, è stabilmente inferiore di almeno 10 punti percentuali rispetto al dato nazionale, mentre quello riferito all’occupazione, fascia di età 15-29 anni, risulta mediamente inferiore tra 6-7 punti percentuali su base annua. Nel 2023, per quest’ultima fascia di età, il tasso di occupazione della Puglia è stato del 28%, quello nazionale 34,7%.
Questi dati sull’occupazione esaminati dimostrano, come il tema lavoro, così come la persona-lavoratore, siano centrali e come abbiano anche una loro specificità pugliese, sia in termini quantitativi che qualitativi per lo sviluppo e la crescita socio-economica di queste aree. La questione del lavoro povero, più volte affrontato dalla Cisl Puglia, per esempio, più che dai minimi tabellari è determinato dalla limitata attività lavorativa e dal ricorrere sovente a contratti part-time, come dimostra con chiarezza lo stesso andamento dell’occupazione femminile e giovanile. Altri elementi determinanti sono, il dover investire da parte delle imprese e delle istituzioni, da subito fortemente su formazione e competenze, il mancato rinnovo di alcuni contratti nazionali di lavoro, e l’ancora non sufficiente ricorso, per diverse cause, alla contrattazione decentrata per garantire un giusto adeguamento salariale che sicuramente è problema nazionale ma ancor più di questa parte del Paese, riflettendosi inevitabilmente sui consumi delle famiglie.
Come Cisl proponiamo, in Puglia, la necessità di un patto sociale per il buon lavoro e il lavoro dignitoso, fatto di corresponsabilità, sicurezza, confronto, partecipazione e concertazione finalizzata tra istituzioni, forze sociali, rappresentanze di lavoratori e delle imprese, affrontando insieme nel merito i vari aspetti delle criticità che insistono sui territori, ma che non possono essere solo teoremi per analisi. Serve scendere nei problemi concreti, superando diatribe ideologiche di parte che, alla fine, rischiano di voler cambiare tutto, con il risultato finale, di non cambiare assolutamente nulla. Un obiettivo primario resta, per la Cisl, saper spendere bene, come Regione tutte le risorse a disposizione con rapidità ed efficacia, attraverso anche un pieno coinvolgimento delle forze sociali per essere in grado di rispondere alle esigenze di tutti i pugliesi.
Antonio Castellucci è segretario generale della Cisl Puglia