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Un elemento integrante della terapia

Una corretta alimentazione costituisce per tutti un presupposto essenziale per il mantenimento e la tutela di un possibile ottimo stato di salute. Nel soggetto affetto da patologia, la nutrizione garantisce anche finalità terapeutiche specifiche e/o di prevenzione delle complicanze. Per questa motivazione, nell’ambito di un complesso ospedaliero, la ristorazione è da considerarsi parte integrante ed essenziale della terapia clinica. Per malnutrizione s’intende una condizione di alterazione funzionale e strutturale che può indurre un aumento delle complicanze e condizionare negativamente i risultati delle terapie.

Per prevenire e correggere questa condizione è fondamentale la stretta collaborazione tra i Reparti e la Nutrizione Clinica, responsabile dell’intervento nutrizionale. Nel 2002 il Consiglio d’Europa ha emanato le linee guida relative alla corretta alimentazione negli ospedali, esortando le amministrazioni ospedaliere a porre maggiore attenzione alla ristorazione, intesa come prevenzione della malnutrizione. Le linee guida ribadiscono che la ristorazione ospedaliera è parte integrante della terapia clinica ed è il primo e più economico strumento nella prevenzione della malnutrizione che se non riconosciuta in tempo e/o sottovalutata, comporta elevati costi sia diretti che indiretti.

Tutti i pazienti vanno sottoposti a rivalutazione ad intervalli prestabiliti sulla base delle loro condizioni e del loro trattamento, al fine di pianificare la continuità delle cure o la dimissione. Alla luce di queste considerazioni emerge la necessità di fornire al personale dei reparti gli strumenti necessari per individuare precocemente le situazioni a rischio e garantire la massima efficacia del piano nutrizionale. Gli strumenti indispensabile per combattere la malnutrizione ospedaliera sono: una corretta terapia nutrizionale; lo screening nutrizionale; le corrette modalità di utilizzo del dietetico; la ristorazione ospedaliera, l‘eventuale utilizzo della nutrizione artificiale. La valutazione del rischio nutrizionale del paziente effettuata al momento del ricovero e dei successivi monitoraggi consente di contrastare l’instaurarsi di stati di malnutrizione ospedaliera e/o di correggere situazioni di malnutrizione precedenti. Una volta identificati, i pazienti a rischio nutrizionale devono essere sottoposti ad un piano di trattamento dietetico-nutrizionale e alla valutazione della risposta. La dieta va considerata come elemento integrante della terapia, il tipo di dieta prescritta, l’effettivo apporto di cibo (anamnesi alimentare, valutazione degli scarti), così come i supporti nutrizionali, devono essere registrati in apposite cartelle clinico-nutrizionali. Lo screening nutrizionale può essere utilizzato da infermieri, dietisti e medici all’ingresso in reparto occorrono meno di 10 minuti per paziente e la sua utilità è stata dimostrata dall’impiego di questa metodica in un ampio numero di studi.

Maria Altomare Cocco è dietista al Policlinico di Foggia

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