Sabato e domenica tre milioni e 200mila pugliesi e oltre mezzo milione di lucani saranno chiamati alle urne per eleggere il Parlamento europeo per i prossimi cinque anni.
Dal 2019, quando si votò per l’Eurocamera uscente, il mondo è cambiato e anche noi: pandemia, guerra a Est, crisi energetica e inflazione hanno scardinato ruoli e relazioni. Eppure, nonostante gli inciampi, proprio l’Unione europea è stata l’istituzione che ha consentito di attraversare quelle emergenze, facendo fronte comune e mettendo in campo strumenti economici, diplomatici e militari con cui una parte delle buriane internazionali vengono affrontate.
Basti pensare al Next Generation Eu, il piano economico messo a punto per contrastare la crisi dovuta al lockdown. Così come il rigore sui tassi promosso dalla Banca centrale europea ha raffreddato l’inflazione in appena due anni, frenando la corsa al rialzo dei prezzi.
Sul fronte energetico i nuovi accordi commerciali hanno arginato la mancanza di forniture russe, dovute al conflitto in Ucraina. Inoltre, c’è un’immagine plastica che racconta cosa sia stata l’Europa in questi anni ed è quella dei tre premier sul treno per Kiev due anni fa, quando Mario Draghi, Emmanuel Macron e Olaf Scholz andarono personalmente a difendere i confini dell’Unione portando sostegno agli ucraini.
Basterebbe questo per spiegare l’importanza delle europee e il valore delle urne per decidere del futuro di un’istituzione che, se appare forse troppo distante, nei momenti di crisi ha dimostrato di essere l’unica àncora per i cittadini di quelle Nazioni che 67 anni fa decisero di unirsi e non combattersi più.
Bentornato,
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