Nel mondo digitale in cui viviamo, il clickbait è diventato una pratica diffusa per attirare l’attenzione degli utenti e aumentare il traffico sui siti web. Tuttavia, dietro a questa strategia sensazionalistica si nasconde un problema più ampio: la voce delle donne nei media. Spesso i titoli clickbait contribuiscono a danneggiare la rappresentazione delle donne, riducendole a stereotipi limitanti e sottolineando l’aspetto esteriore anziché le loro competenze e realizzazioni.
Ad esempio, titoli come “10 trucchi per sembrare più giovane: le star femminili che sfidano il tempo!” mettono l’accento sull’aspetto fisico delle donne, trascurando le loro competenze professionali e intellettuali. Questo sensazionalismo perpetua l’idea che la gioventù e l’aspetto siano le uniche qualità rilevanti per le donne, ignorando le loro conquiste nel mondo del lavoro e nella sfera intellettuale.
Inoltre, titoli come “La sexy segretaria che ha conquistato il suo capo miliardario” riducono le donne a ruoli stereotipati e oggetti sessualizzati. Questo tipo di narrazione sminuisce le competenze professionali delle donne e le riduce a un cliché, ignorando il loro valore come individui e le loro realizzazioni al di là del loro aspetto.
La svalutazione delle donne nei media è evidente anche nei titoli che enfatizzano l’aspetto esteriore piuttosto che le competenze. Ad esempio, “La scienziata bella e intelligente che ha sconvolto il mondo con la sua scoperta” mette l’accento sull’aspetto fisico della scienziata anziché riconoscere le sue competenze e i suoi contributi scientifici. Questo tipo di enfasi superficiale riduce le donne a oggetti di desiderio anziché riconoscere il loro valore professionale e intellettuale.
Altrettanto dannoso è il titolo “L’ex modella che ha dimostrato di essere una brava mamma”. Questo tipo di narrazione riduce le donne a stereotipi rigidi e limitanti, sottolineando la sorpresa o lo shock nel vedere una modella che assume il ruolo di madre. Questo riduce le donne a una semplice definizione di ruolo, ignorando la complessità delle loro vite e delle loro esperienze.
Tuttavia, un evento significativo ha dimostrato che le donne stanno facendo sentire le loro voci e stanno condividendo le loro storie in modo potente e significativo. A Reggio Emilia si è tenuto l’evento “La Voce delle Donne”, organizzato in occasione dei 10 anni del Chapte di EWMD Reggio-Modena (European Women’s Management Development), un’associazione che promuove l’empowerment delle donne in ambito professionale. Numerose socie provenienti da tutta Italia hanno partecipato all’evento, per raccontare le loro esperienze personali e professionali.
Le donne hanno condiviso storie toccanti e potenti sulle sfide e gli ostacoli che hanno affrontato lungo il percorso della loro carriera. Hanno parlato apertamente delle discriminazioni di genere che hanno subito, dei pregiudizi che hanno dovuto affrontare e dei comportamenti inappropriati che hanno subito a causa di una società spesso incline a svalutare la voce delle donne.
Le partecipanti hanno sottolineato come i titoli sensazionalistici e le narrazioni riduttive abbiano un impatto profondo sulla percezione della società nei confronti delle donne. Non solo i titoli sbagliati minimizzano le competenze e le realizzazioni delle donne, ma possono anche portare a comportamenti inappropriati e discriminatori. Hanno condiviso esperienze di sessismo, molestie e mancanza di rispetto sul posto di lavoro, spesso alimentati da una cultura mediatica che enfatizza l’aspetto esteriore e riduce le donne a oggetti di desiderio.
L’evento “La Voce delle Donne” ha dimostrato che la consapevolezza e l’azione possono portare al cambiamento. Attraverso il dialogo aperto e l’ascolto empatico, si trova il sostegno e lo slancio per continuare a lottare per una rappresentazione equa e inclusiva. E’ stata evidenziata l’importanza di promuovere narrazioni che mettano in risalto le competenze, i talenti e le realizzazioni delle donne, anziché ridurle a stereotipi limitanti. Sono stati condivise strategie e consigli per affrontare le sfide evitando il sensazionalismo e promuovendo un impegno collettivo per il cambiamento.
Proprio per questo fenomeni come il clickbait e la svalutazione della voce delle donne nei media rappresentano una sfida che richiede un impegno comune; è essenziale che i media assumano la responsabilità di rappresentare le donne in modo giusto.
Non rincorriamo titoli sensazionalistici per attrarre un like, pensiamo prima al valore di ciò che vogliamo comunicare, al pubblico al quale ci rivolgiamo e poniamoci una domanda…a noi piacerebbe essere etichettate in quel modo? Se la risposta è no, cancella e ricomincia da zero. Diamo voce alle parole, non solo delle donne!