Le parole hanno un senso e un significato, la lingua italiana è la più bella al mondo ma certe volte non capisco proprio come parlano le persone.
Ci avete fatto caso ultimamente ai nuovi termini che si usano e a come ci si senta estranei nella propria terra? Non parlo di ascoltare uno straniero, magari fosse quello, ma due persone italiane che comunicano facendoti sentire fuori dal mondo. La Gen Z, i giovani per intenderci, ha sdoganato così tanti termini da dover correre ai ripari con un traduttore al passo con i tempi. Nell’era digitale in cui viviamo, i social media hanno rivoluzionato la diffusione e la condivisione delle parole. La possibilità di condividere contenuti testuali, come citazioni, espressioni innovative o brevi frasi, permette alle parole di raggiungere un vasto pubblico in tempi molto brevi. La velocità di condivisione e l’interazione immediata che avviene sui social media amplificano la diffusione delle parole.
Diversi sono i fattori che influenzano l’adozione di parole popolari sui social media. Innanzitutto, le parole che evocano forti emozioni o che si riferiscono a esperienze personali tendono ad attirare l’attenzione e a essere condivise. Parole che suscitano gioia, sorpresa, indignazione o ispirazione stimolano una risposta emotiva nel pubblico, spingendolo a condividerle con gli altri.
Inoltre, le parole legate a temi di tendenza o a eventi di rilevanza sociale hanno maggiori probabilità di diventare popolari. Durante eventi come competizioni sportive, elezioni politiche o fenomeni culturali, nuove parole o slogan possono emergere e diffondersi rapidamente attraverso hashtag, meme o video virali correlati a tali eventi.
La brevità e la semplicità delle parole sono fattori chiave per il successo. In un ambiente digitale in cui l’attenzione è limitata e la competizione per l’attenzione è elevata, le parole che possono essere facilmente comprese e assimilate sono più inclini ad essere condivise. Le parole brevi, coinvolgenti e facili da pronunciare superano le barriere linguistiche e culturali, incoraggiando le persone a condividerle con il loro pubblico.
Tuttavia, è importante considerare che l’adozione di parole popolari sui social media può comportare semplificazioni e distorsioni. Le parole possono essere slegate dal loro contesto originale e utilizzate in modo impreciso o superficiale. E’ il caso dei trend del momento “Appayaya“, “Apayaye”, o ancora “apayinye”. Parole diventate virali su Tik Tok e il cui significato è sconosciuto ma che sembra stia sostituendo CIUPA tipico dei Millenial. Per comprendere meglio ecco una situazione tipo: “Ma che ne pensi di …..?”. E l’altro: “Eh?”. “Apayaye”. Considerate che l’hashtag #apayinye hanno raggiunto e superato 92 milioni di visualizzazioni su TikTok a dimostrazione di come veicolare dei messaggi, completamente inutili e privi di senso, generi interazione più di qualsiasi altra notizia determinando mode e mood da seguire. Un po’ come i video in cui ci sono le lattine che rotolano che tengono incollati milioni di persone che, alla domanda come mai perdi tanto tempo a guardare questi video non sanno fornire alcuna risposta.
Forse i padri della lingua italiana si staranno rivoltando nella tomba ma resta inequivocabile il fatto che non si può ignorare il fenomeno né far finta che non ci riguardi. Chiunque vive o frequenta dei minorenni o poco più che maggiorenni ha necessità di essere aggiornato e non inorridire davanti a simili situazioni. E’ un po’ come quando avete ricevuto di risposta, per la prima volta…ti piscio. Ai miei tempi penso che il volo dal 6° piano lo avrei fatto senza paracadute, oggi ha un significato completamente diverso. Sapete cosa vuol dire? No? ‘piscio la lezione’: equivale e saltare un’ora a scuola, pisciare deriva da pishing, abbandonare. E non vi siete mai persi dietro un Amio (amore), Bestie (best friend) o pov (punto di vista soprattutto per le riprese con lo smartphone)? Beh, se avete risposto di no allora è il caso che vi aggiorniate in merito non tanto per non sentirvi vecchi ma soprattutto per riuscire a capire quando parlano. Non è bello rimanere come degli imbecilli e pensare…e “mo che devo dì”? Per usare uno slang romano.
E’ fondamentale però adottare un approccio critico e responsabile nella condivisione delle parole, cercando di comprendere il loro contesto e il loro significato autentico- lì dove è possibile eh. Intanto, molto old style vi auguro una splendida domenica e mi domando: non è così qualcuno non mi followa? Che ormai è tutto un essere inseguiti e seguiti!