I tormentoni di questa estate sono tanti, non solo musicalmente parlando. Le notizie non riescono a stare dietro al tempo alternando episodi di cronaca a morti improvvise o, ahimè, annunciate, passando dalla politica da ombrellone al gossip che occupa da sempre il primo posto di tutte le classifiche (inutile che dite che non vi interessa perché è umano e non c’è da vergognarsi).
Ed è da qui che voglio partire questa settimana, accompagnata al ritornello “ho visto lei, che bacia lui, che bacia lei, che bacia me” per dialogare in merito allo “sputtanamento” termine che lessicalmente significa “dire male di una persona per sminuirla nella considerazione altrui] ≈ calunniare, denigrare, mettere alla gogna (o alla berlina), screditare, (volg.)”(cit Treccani) avvenuto ad opera di un commercialista di Torino, Massimo Segre, nei confronti della sua ora ex fidanzata Cristina Seymandi.
Una bella festa organizzata con 150 invitati pronti ad ascoltare le loro dichiarazioni d’amore e a scoprire la data del matrimonio che dal 2020, causa covid, era stato rimandato. Un’unione tra due persone del “Piemonte bene” come hanno titolato numerosi giornali, che ha fatto scandalo e continua a farlo per la modalità e la rapidità attraverso la quale il video si è diffuso sui social. Quando ho letto la notizia ho riso di gusto, principalmente immaginando la faccia degli amici presenti mentre lui, come un prete sul pulpito che legge il sermone preparato dopo attenta lettura del Vangelo, leggeva il discorso sottolineando un mix di finta benevolenza “ti lascio libera” ad un moto di vergogna “non crediate mi piaccia essere qui come un cornuto” per chiudere con una accondiscendenza dettata da puri interessi economici (ce ne sono davvero tanti di zeri e numeri in questa storia) “potremo vedere di continuare a lavorare insieme”.
Poi però ho iniziato a rileggere il tutto in ottica diversa, a rivendicare non il diritto di cronaca ma quello alla riservatezza o quantomeno nel parlare dei cavoli propri come si vuole, senza però sputtanare – il termine ritorna con giustezza di causa – mezzo social e video un’altra persona. Perché questa è violenza privata, anche se molti ritengano sia una vera esagerazione parlare in questi termini. Eppure è così ed è giusto diventare consapevoli di diritti da recriminare, così come di nuovi termini emersi dall’andare avanti nel tempo, nel riconsiderare il ruolo e il valore di ognuno di noi da tutelare sempre ed ovunque. Ma al di là di ciò che succederà sorrido amaro su una cosa. Il fatto che sia una notizia di cui si parla ovunque perché avvenuta lì dove non si pensi possa succedere: in un ambiente della Torino Bene. Ma questa non è una discriminazione? Come dire che tra i poveri o poveracci queste situazioni avvengono ed è normale, tra i ricchi no.
Diverso è il discorso dei Vip nostrani che tengono banco sotto gli ombrelloni (per chi può permetterselo, solo per aderire ad un altro dei tormentoni estivi) tra Belen e Stefano – uniti o separati – Fedez e la Ferragni in crisi ma vicini, gli yacht a largo delle nostre coste con a bordo le persone più ricche del mondo, che ci fanno sognare e immaginare come possa essere la loro vita. E poi gli scontrini divisivi, quelli dove si annidano i 2€ per dividere un toast o dove si legge il costo di 25€ per una frisa e si urla allo scandalo! Insomma una vera estate calda al di là dei gradi che mi sta sorprendendo per la facilità con la quale ogni persona, anche chi fino ad ora non aveva alcun interesse, si arroga il diritto di dover dire la sua su:
- Come stare in vacanza
- Come sistemare i bagagli
- Come rilassarsi
- Come vivere le ferie
E noi, come caproni, rimaniamo rapiti da consigli inutili ai quali ci aggrappiamo per non sentirci soli. Perché la verità che sta emergendo, a mio avviso, è una sola. Stiamo andando verso un individualismo esasperato permeato da un finto senso di comunità, ad uso solo di ciò che possano pensare gli altri. Come diceva Michela Murgia, prematuramente scomparsa il 10 Agosto, “Non permettergli mai di ridurti a pensare che vali solo quello che ti pagano”.
Il nostro cervello non è solo un muscolo è qualcosa da alimentare, quotidianamente, con i nostri valori e la voglia di apprendere e migliorarci. Facciamo in modo che non si atrofizzi o vada alla deriva!