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Tu non puoi capire – Di che giornata sei?

È stato stilato l’annuale World Happiness Report, una relazione sulla felicità mondiale e al primo posto ormai da 6 anni si è collocata la Finlandia. Non mi aspettavo certo ci fosse l’Italia ma non pensavo neanche fossimo al 33esimo posto. Ok ora mi direte che sono falsate, che dopo di noi ci sono fior fiori di Nazioni come il Giappone, le Giamaica e che sono ben 137 gli scalini per cui non mi devo lamentare. Infatti non lo faccio ma analizzo i dati ed è bellissimo leggere che per studiare le disuguaglianze della felicità si concentrano sul divario di “felicità tra la metà superiore e quella inferiore della popolazione”. I parametri del report prendono in considerazione: sostegno sociale, reddito, salute, libertà, generosità e assenza di corruzione (su questo parametro penso noi non vinceremo mai!) per cui la Finlandia, come detto, rimane saldamente al primo posto seguita dalle sorelle Danimarca Islanda e così via.

La giornata mondiale della felicità è stata sancita nel 2013 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con lo scopo “di promuovere la ricerca della felicità da parte di ogni individuo e incentivare lo sviluppo sostenibile, l’eradicazione della povertà, la felicità e il benessere di tutte le persone e ricorre il 20 marzo”. La mia domanda, come sempre da ignorante eh, è questa: ma è così necessario sancire le giornate mondiali per ogni cosa e sapete che abbiamo anche il giorno più triste dell’anno? Quest’anno è stato il 16 gennaio, il giorno del mio onomastico eh un bel San Marcello triste non ci voleva, il terzo lunedì del primo mese dell’anno. Questa è la data designata basandosi sul fatto che le festività natalizie sono passate, il clima non depone al bello e l’umore ne risente, da qui il Blue Monday. Se pensate sia una cavolata dovete ricredervi perché il tutto nasce da calcoli scientifici e in Inghilterra lo prendono molto sul serio e consigliano di “indossare colori brillanti, cercare di essere cortesi e fare attività fisica”. Quindi iniziate a guardare il calendario 2024 e a segnare il prossimo giorno più triste, nel mentre però segnate la giornata della risata (4 maggio), dell’amicizia (30 luglio), della pizza italiana (17 gennaio), del malato (11 febbraio), del gatto (17 febbraio), del tennis (4 marzo), del sonno (11 marzo), del backup (31 marzo), carbonara day (6 aprile), dello squash (18 ottobre), dell’orgasmo (22 dicembre) e potrei citarvene altre completamente fuori di testa.

Peccato che però ce ne siano alcune importantissime, di quelle che dovremmo sapere tutti ed invece si perdono nei meandri di celebrazioni a mio avviso inutili (se volete informarvi potete andare sul sito www.giornatemondiali.it dove avete la possibilità anche di sincronizzare il calendario per essere, come Frate Indovino, sempre aggiornati). Detto questo immaginiamo uno di noi che vorrebbe vivere nel miglior modo possibile, cercando di rispettare le altre persone ed esprimendo, se possibile, la propria idea. Ogni giorno potrebbe incorrere in un errore se incontra, per caso, qualcuno che sta festeggiando e che pretende – con il diritto di chi pensa che anche la data del proprio compleanno debbano ricordarlo tutti gli amici – che le persone intorno a lui/lei sappiano di cosa si parla. E non basta mostrare uno sguardo rammaricato e chiedere informazioni in merito, promettendo di inserirlo sul calendario on line, off line, lunare e quant’altro per gli anni a venire. Il nostro interlocutore ci etichetterà come “poco attenti alle sue esigenze”.

Sto volutamente esasperando un concetto ma l’idea è di farvi riflettere, quante volte vi sentite al centro dell’universo pretendendo che ogni persona intorno a voi sia allineata? Ma se non lo sono neanche i pianeti come potete chiederlo agli esseri umani che, in quanto tali, sono meravigliosamente imperfetti e dimenticano? Meglio rimanere legati a pochi numeri e buoni, magari da giocare al superenalotto nella speranza di vincere e poi divertici con gli amici, piuttosto che all’inseguire date mondiali che, come per il peso forma che varia per ognuno di noi, a volte differiscono in base agli umori di chi le definisce. E tu di che giorno sei? Festeggiamo insieme va.

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