SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

Tracotanza e senso della misura

Negli scorsi giorni la storia di Sofia ha tenuto con il fiato sospeso una città: Cosenza e l’Italia intera.

Raccontiamo in breve la vicenda: Rosa Vespa e il marito Aqua Moses pur desiderando un figlio, per un qualche motivo non sono riusciti a concepirlo, in quanto la gioia della maternità e della paternità, sebbene sia un evento fisiologico, a volte diventa impossibile. E allora che fare? Come soluzione hanno scelto di rapirne uno appena nato, dopo che la donna aveva simulato per nove mesi una gravidanza.

Ovviamente la magistratura farà il suo corso, ma sono necessarie alcune considerazioni. È possibile che oggi non siamo in grado di accettare i nostri limiti? Come sempre volgere lo sguardo al passato ci può essere di enorme aiuto, fornendoci un insegnamento ormai dimenticato da molti. “Kata metròn” dicevano gli antichi Greci, ovvero “secondo misura”.

Loro accettavano il limite, il confine, sapevano che c’era una soglia che non si poteva varcare. E sul tempio di Delfi, oltre al celebre “gnoti se auton” (conosci te stesso) campeggiava “meden agan” che significa nulla di troppo. Per gli antichi la colpa peggiore era la “hubris”: la tracotanza che fa smarrire la misura, ma noi nella società opulenta, dove la scienza ogni giorno ci regala una nuova scoperta, non possiamo accettare che ci sia un limite.

Si tratta di qualcosa che non ci appartiene, qualcosa di troppo distonico, se confrontato ai progressi della genetica e della medicina, eppure soltanto attraverso il limite, si può raggiungere il senso della vita.

ARGOMENTI

aqua moses
bimba rapita
cosenza
idee
rosa vespa

CORRELATI

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!