La forte ripresa post-pandemica dei mesi scorsi ha favorito l’incremento dell’occupazione. Migliaia e migliaia di addetti hanno trovato impiego nelle imprese private.
Ma rispetto al passato, il mercato del lavoro si è evoluto e muterà ancora di più e più rapidamente con la transizione “green”. Parallelamente, negli ultimi mesi, sono tornati a crescere gli investimenti sostenibili da parte di molte imprese per infondere competenze verdi. Appare evidente che l’attenzione alla sostenibilità ambientale e al risparmio energetico siano requisiti indispensabili per trovare più facilmente un’occupazione, possibilmente con competenze elevate (high skills) al fine di rispondere anche alle sempre più veloci trasformazioni digitali.
La green economy si sta progressivamente espandendo: aumentano, infatti, le aziende dell’industria e dei servizi che investono in tecnologie e soluzioni sostenibili; alcune investono in competenze green, ripristinando la crescita che si osservava prima della pandemia.
Questa tendenza conferma l’impegno delle imprese ad attuare la transizione, fattore ancor più strategico, oggi, per poter superare le forti tensioni nel campo energetico dell’approvvigionamento delle materie prime per la guerra in Ucraina e non solo.
Le competenze ecologiche sono ormai trasversali a diversi settori e comparti: si richiedono nel settore dell’estrazione dei minerali, nelle industrie chimiche, farmaceutiche e petrolifere, nelle costruzioni, nel comparto del legno e dell’arredo, nella meccanica e riparazione di autoveicoli e motocicli; senza dimenticare il turismo.
Una forte spinta è arrivata con gli incentivi fiscali per la ristrutturazione e riqualificazione energetica degli immobili ricorrendo a Superbonus (110 per cento) ed Ecobonus (65 per cento). Le competenze green sono determinanti per molti mestieri legati al comparto dell’edilizia, quali ad esempio i tecnici e ingegneri delle costruzioni civili e i tecnici della gestione dei cantieri edili, chiamati a operare sia per gli edifici già esistenti, sia nella progettazione e costruzione di nuovi edifici ecosostenibili. Per non parlare, poi, della crescente richiesta di ingegneri elettronici e in telecomunicazioni, tecnici gestori di reti e di sistemi telematici, tecnici della distribuzione, tecnici chimici, nonché degli insegnanti nella formazione professionale. Il possesso di competenze “verdi” è strategico per tutti i livelli di istruzione, dall’istruzione tecnica superiore all’Università, ma anche per chi consegue una qualifica, un diploma professionale o un titolo di studio di livello secondario. Gli indirizzi di laurea a cui è associata una domanda di competenze green di grado elevato sono l’indirizzo agrario, agroalimentare e zootecnico ed ancora architettura, ingegneria civile e industriale. Tra gli indirizzi di diploma di secondaria superiore, le imprese ritengono assolutamente necessario il possesso di competenze green per i diplomati a indirizzo turismo, enogastronomia e ospitalità e a indirizzo agrario, agroalimentare e agro-industria.
Rientrano nei cosiddetti “green job” i tecnici del risparmio energetico e delle energie rinnovabili, il responsabile delle vendite di prodotti verdi, l’analista e progettista di green software, l’esperto legale ambientale. I «green job» sono caratterizzati, rispetto alle altre professioni, anche da una richiesta più intensa di “problem solving”, ovvero la capacità di gestire soluzioni innovative, nonché competenze matematiche e informatiche.
Davide Stasi – Responsabile Osservatorio Economico “Aforisma”