I numeri diffusi dalla Regione Puglia rispetto allo stato di salute dell’ecosistema delle startup in Italia sono sicuramente un punto importante da cui partire, e che collocano la regione al secondo posto nel Sud Italia, dietro la sola Campania. Sono circa 700 le startup innovative pugliesi che danno la cifra del dinamismo della nostra regione. A queste si aggiungono finalmente anche gli incubatori. Dal 2020 in Puglia è nato il primo incubatore certificato dal Ministero Italiano dello Sviluppo e dell’Economia. Si tratta di “SprintX” di Impact Hub Bari che oggi ha al suo interno oltre 60 startup in fase di incubazione e molte altre che hanno già spiccato il volo. E proprio Impact Hub Bari è stata, se vogliamo, la realtà precorritrice di quello che oggi si sta realizzando. Se dieci anni fa cinque trentenni pugliesi, alcuni di ritorno dall’estero, non avessero deciso di avviare qui la loro idea di impresa: uno spazio di lavoro collaborativo, in cui dare vita a progetti di innovazione, oggi probabilmente non esisterebbe quell’incubatore.
Dopo dieci anni di storia, possiamo dire che quell’idea, quella visione, quel sogno, sono stati una scommessa vinta, frutto anche di una Puglia che stava iniziando a cambiare e che sempre di più stava scommettendo su sé stessa e sui cervelli dei suoi figli, pronti anche a sacrifici pur di rimanere o tornare nella propria terra, per dimostrare che un nuovo futuro e una nuova prospettiva di vita era possibile, anche a Bari. Anche al Sud. Una prospettiva che negli ultimi due anni continua a farsi largo.Sempre in Puglia dal 2022 esiste anche un secondo incubatore certificato Mise, si chiama “The Qube Consulting” e ha sede a Lecce. La nascita di incubatori è un segnale estremamente importante per la Puglia. E passare da zero a due proprio negli anni a cavallo della pandemia dimostra come la vivacità imprenditoriale e la lungimiranza del tessuto imprenditoriale locale e nazionale nella nostra terra stia giocando un ruolo di primaria importanza per lo sviluppo futuro.Sicuramente questi risultati non sarebbero stati raggiunti se la stessa amministrazione regionale non avesse individuato quello dell’innovazione come uno degli asset strategici in cui investire le proprie risorse e lavorare per far emergere una spinta imprenditoriale innovativa sul territorio, e allo stesso tempo attrarre progetti imprenditoriali da fuori regione per investire in Puglia. E non è un caso che infatti siano nati una serie di strumenti (vedi i bandi di TecnoNidi o Estrazione dei Talenti/Factory) e le agenzie regionali (vedi Arti e Puglia Sviluppo) che aiutano a far nascere e crescere idee innovative e progetti di business. Questa è la dimostrazione di un ecosistema che funziona. Una realtà che fino a pochi anni fa non potevamo neppure sognare. Spesso, se non sempre, accadeva che i giovani innovatori pugliesi dopo essersi formati e aver intrapreso l’inizio della loro avventura nel mondo delle startup in Puglia decidevano di andare via per proseguire la loro crescita. Adesso invece la tendenza è quella inversa. Chi ha iniziato qui il suo percorso decide di proseguirlo nella sua terra. E allo stesso tempo la Puglia è diventata attrattiva anche per chi viene da fuori. Tutto questo favorisce ricadute importantissime sul territorio e garantisce una qualità e un livello di formazione e sviluppo di tutto il tessuto imprenditoriale locale come da anni non succedeva.Non è tutto oro quello che luccica però. Ci sono ancora cose che mancano e su cui bisogna lavorare.Innanzitutto, serve un aumento degli investimenti privati nell’innovazione e nelle startup. Bisogna cercare di attirare “Fondi di investimento”, far emergere “Business Angel” locali, e al tempo stesso lavorare sul territorio perché chi già fa impresa in Puglia si avvicini al mondo degli investimenti nelle startup innovative. Questo è quello che in gergo si chiama “Corporate venture”, ovvero investimenti da parte di aziende più strutturate su startup innovative, il che è anche uno dei modi migliori per far incontrare il mondo del pubblico con quello del privato e garantire così il massimo risultato possibile, cogliere le sfide e le opportunità che arrivano. Con la nuova programmazione ci auguriamo quindi che ci sia un rafforzamento della strategia adottata sino ad ora dalla Regione Puglia, e che, al tempo stesso, si inizi a lavorare anche su quello che ancora manca in modo da perfezionare l’ecosistema che sta portando la nostra Regione ad affermarsi nel panorama dell’innovazione a livello nazionale.
Diego Antonacci è co-founder di Impact Hub Bari e Ceo di SprintX