SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

Sull’ambiente servono scelte coraggiose

Lo smog è un problema critico in Italia che richiede interventi decisi: lo certificano i dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, raccolti nel nuovo rapporto di Legambiente “Mal’Aria di città” con focus sull’Italia. Vi si evidenzia ancora una volta come il 76% dei centri urbani italiani superi i limiti europei per le polveri sottili Pm10, l’84% per il Pm2.5 e il 61% per l’NO2. In particolare nelle città del Nord, l’aria è irrespirabile a causa dello smog, con gravi ripercussioni sulla salute della popolazione e su quella della nostra economia, fortemente a rischio: un elemento che non dovrebbe mai essere sottovalutato dai decisori politici i quali sembrano, invece, ignorare totalmente l’impatto dello smog sui conti pubblici e privati degli italiani. Secondo l’Aea, in Europa, il nostro Paese detiene il record negativo di decessi causati dello smog, 53.000 l’anno. L’Oms ha calcolato che, in Italia, l’impatto di questo inquinamento sul sistema sanitario è pari a 87 miliardi di euro all’anno, circa 1.500 euro a persona. Dati da cui è facile dedurre la necessità di un Piano nazionale straordinario contro lo smog che parta dalla demotorizzazione e moderazione del traffico.

La situazione del trasporto pubblico, in Italia, continua ad essere fortemente inadeguata, con un deficit inaccettabile: una delle ultime in Europa, con soli 223 km di metropolitana mentre la sola città di Madrid ne possiede 290 km. La scelta di destinare solo una piccola parte dei fondi del Pnrr al settore dei trasporti, sostituendo solo l’11% di autobus e treni regionali, – la metà dei quali ancora alimentati a gasolio, tra i più vetusti d’Europa – non è abbastanza per migliorare la vita di chi respira, oltre che di chi è costretto a pendolare ogni giorno. Come se non bastasse, nell’ultima Legge di Bilancio è saltato il fondo per il trasporto rapido di massa: l’Italia ne possiede 5,3 km per milione di abitanti, mentre la Germania 22,3 km. L’accordo europeo per tagliare le emissioni inquinanti per auto e furgoni e vietare l’immissione sul mercato di veicoli a combustione interna a partire dal 2035 rappresenta un importante passo verso un futuro più sostenibile. Il cambiamento verso l’auto elettrica modernizzerà il nostro Paese e rilancerà l’economia, ma è importante che il governo italiano sia pronto a sostenere questa transizione. Finora non ci è sembrato questo il caso. Purtroppo, negli ultimi anni abbiamo assistito a una vera e propria guerra alla transizione ecologica, definita “un bagno di sangue” dall’ex ministro Cingolani il quale si è addirittura schierato contro il Piano verde Ue e contro l’auto elettrica, fermando l’installazione delle rinnovabili. L’attuale Governo, poi, fa registrare un fallimento dopo l’altro dal punto di vista ambientale, con una politica energetica negazionista che lega sempre più l’Italia al gas e non fa progressi per quanto riguarda le rinnovabili. Rinnovabili. È una parola che, nelle condizioni di inquinamento atmosferico fotografate da Legambiente, nessuno può ignorare perché consentirà di abbandonare le fonti fossili e ci libererà dalla dipendenza da altri Paesi, spesso geopoliticamente instabili. È necessario semplificare gli iter per la realizzazione degli impianti e incentivare le comunità energetiche, a sostegno di cittadini e imprese, oltre che di una cultura dell’efficienza energetica. Ed è proprio sull’efficienza energetica che il Governo italiano vuole sconsideratamente entrare in contrasto con l’UE, annunciando di voler bloccare la Direttiva Case Green. Una crociata assurda visto che il patrimonio edilizio del nostro Paese consuma ogni anno 30 miliardi di metri cubi gas, pesando considerevolmente sulle bollette delle famiglie. Siamo consapevoli che questo è il momento di lavorare per rendere finalmente desiderabile la conversione ecologica, smettendo di esitare e adottando finalmente politiche concrete per contrastare l’inquinamento e proteggere la salute della popolazione italiana. Serve coraggio per ribaltare lo status quo e agire per il bene del nostro futuro e di quello delle prossime generazioni. Dopo cento giorni, dobbiamo constatare che questo Governo non sembra averne: debole coi forti e forte con i deboli.

Angelo Bonelli è co-portavoce nazionale di Europa Verde

ARGOMENTI

ambiente
Inquinamento
riflessione

CORRELATI

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!