Negli ultimi anni, il tasso di suicidi tra gli uomini è aumentato in modo preoccupante. In molti Paesi, oltre il 70 per cento dei suicidi riguarda proprio loro. Ma perché succede? Gli uomini parlano meno. Per troppo tempo la società ha insegnato agli uomini che devono essere “forti”, “resistere”, “non piangere”. Questo porta tanti a soffrire in silenzio, a non chiedere aiuto, a nascondere il proprio dolore dietro il lavoro, l’alcool, l’isolamento.
Lo stigma uccide.
Molti uomini hanno paura di essere giudicati deboli se ammettono di stare male. Ma la verità è che chiedere aiuto è un atto di coraggio, non di debolezza. Pressioni, crisi e solitudine. Disoccupazione, crisi relazionali, problemi economici, isolamento sociale: sono fattori di rischio che colpiscono duramente soprattutto gli uomini, spesso senza reti di supporto.
Cosa si può fare?
Normalizzare le emozioni. Diciamo apertamente che è ok non stare bene. Anche gli uomini possono e devono parlare dei propri sentimenti. Ascoltare senza giudicare. Se un amico, fratello o collega sembra distante o “spento”, non ignorarlo. Chiedi come sta, ascolta davvero. Promuovere l’aiuto psicologico. Andare dallo psicologo non è “da pazzi”, è un gesto sano. Come andare dal medico quando si ha mal di stomaco. Costruire reti di supporto: nessuno dovrebbe sentirsi solo. Le amicizie vere, le comunità, le famiglie che sanno accogliere, salvano vite. Se tu o qualcuno che conosci state vivendo un momento difficile, non affrontatelo da soli. Esistono numeri d’emergenza, psicologi, gruppi di ascolto. Parlare può fare la differenza. E può salvare una vita. Uomini, il mondo ha bisogno di voi! Con tutta la vostra forza. Ma anche con la vostra fragilità.
da poco si è celebrata la la Giornata mondiale della salute mentale. Un giorno che ci ricorda quanto sia importante prenderci cura non solo del nostro corpo, ma anche della nostra mente. Parlare di salute mentale non è debolezza. È coraggio. Chiedere aiuto non è un fallimento. È un atto di forza. Ascoltare senza giudicare può fare la differenza per qualcuno – più di quanto immaginiamo.
Soffrire in silenzio non deve essere la normalità. Siamo esseri umani, non macchine. Abbiamo bisogno di empatia, spazi sicuri, supporto e comprensione. Se oggi non stai bene, sappi che non sei solo/a. Se stai lottando, anche in silenzio, ti vedo. Ti rispetto. E ti mando forza.
Facciamo tutti la nostra parte per abbattere i pregiudizi e costruire una cultura del rispetto, dell’ascolto e della cura.