Ripartiamo dal Sud per unire il Paese

Ieri la Uila Puglia ha chiuso la rassegna chiamata #lauilasiconfronta portando al centro del dibattito il Pnrr. Il titolo di questo ultimo evento poneva l’attenzione sul divario Nord-Sud e di come il Pnrr possa essere uno strumento per unire il Paese, solo se incentrato su un vero rilancio del Mezzogiorno. Un rilancio che poggia sulla valorizzazione del settore primario in un percorso di crescita del comparto agroalimentare, autentico traino per l’economia non solo del Sud. Il Mezzogiorno è un contesto dalle grandi potenzialità e differenziazioni interne, dove risiedono oltre venti milioni di abitanti (circa un terzo della popolazione italiana), con un tessuto produttivo che potrebbe generare effetti positivi per il Paese. Le differenze interne sono molteplici, e tendono a delineare contesti più o meno critici che talvolta ricalcano criteri di perifericità, e in altri casi di marginalità territoriale Da oltre un ventennio il “Pil pro-capite” nel Mezzogiorno si aggira intorno al 55-58% del Centro-Nord.

Il livello d’istruzione nel Mezzogiorno conferma una grave arretratezza: migliora nelle giovani generazioni ma lo svantaggio è ancora molto ampio. La condizione lavorativa vede fortemente penalizzati i giovani meridionali: dal 2000 in poi si registrano abbastanza stabilmente circa 3 occupati ogni 10 in meno nel Mezzogiorno rispetto al Centro-Nord. Ne scaturisce una preoccupante ripresa dell’emigrazione di massa accentuata nelle province con bassa occupazione e nelle cosiddette “aree interne”. Nell’ultimo ventennio il processo di digitalizzazione è stato molto rapido, ma il Mezzogiorno non ha ancora recuperato il gap di partenza. Il Sud presenta una dotazione di infrastrutture di trasporto visibilmente inferiore alle altre ripartizioni, mentre permane una diffusa “emigrazione sanitaria. I ritardi delle regioni meridionali stanno aumentando i rischi di un eccessivo e non reversibile impoverimento demografico: nel 2030 i residenti scenderanno per la prima volta sotto la soglia critica dei 20 milioni di abitanti, con una riduzione su base decennale di circa 4 volte rispetto al Centro-Nord (-5,7% e 1,5%).

Certamente il divario Nord-Sud a nostro avviso sarà ancora più insormontabile se il Governo dovesse decidere di portare a compimento il progetto di regionalismo differenziato. Lo interpretiamo con la consapevolezza, che le riforme costituzionali, il federalismo, il semi presidenzialismo o premierato, la distribuzione dei poteri fra stato centrale ed autonomie locali, non sono elementi indifferenti rispetto al lavoro, alla qualità dei servizi, all’efficienza della macchina pubblica, da cui deriva in buona misura, anche la qualità di vita, per l’appunto, delle persone per la nostra organizzazione il futuro è già iniziato. Il lavoro agricolo ed alimentare è cambiato, la digitalizzazione e finanche l’intelligenza artificiale stanno impattando tanto sulle traiettorie di sviluppo quanto sui fabbisogni di manodopera delle aziende, sempre più alla ricerca di profili specializzati, basati su skill sempre più indispensabili. La competitività si costruisce anche con la formazione e valorizzando le persone. Abbiamo parlato del mutato scenario nel quale opera il comparto agroalimentare: innalzamento delle temperature, fenomeni siccitosi che si alternano a precipitazioni da record, la desertificazione di alcune aree interne e la scomparsa di chilometri di coste, la tropicalizzazione del clima che porta con sé cambi repentini delle condizioni metereologiche. Il nostro presente fa ormai i conti con queste variabili contingenti, e non emergenti, cui si associano fitopatie e batteriosi che rendono le nostre colture ancora più fragili e vulnerabili. Quando si parla di catastrofi naturali e calamità si pensa sempre a come supportare le aziende, mai i lavoratori. Abbiamo lanciato delle proposte al Ministro Fitto ed agli Assessori Regionali presenti, anche in tema di una migliore gestione delle risorse naturali, idriche e forestali.

Ancora una volta la Uila ribadisce, quindi, che il rilancio del Mezzogiorno rappresenta il centro nevralgico di ogni politica di sviluppo seria per l’intero Paese.

Pietro Buongiorno è presidente di Uila Puglia

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