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Riarmare l’Europa? L’errore che uccide democrazia e libertà

Il disarmo dell’Europa? Nel Medioevo prossimo venturo non potrà che essere rivoluzionario. C’è del paradosso evidente nell’idea di rifiutare per l’Europa la corsa agli armamenti e adottare l’opzione del disarmo. Forse non c’è nemmeno il tempo per fermare la prima ed elaborare la seconda. Forse non c’è proprio tempo, ormai, per ripristinare nel mondo la ragione, i lumi della ragione, rifiutando il processo di distruzione che sta minacciando il mondo e che alla lunga si ritorcerà anche contro coloro che aspirano ad essere padroni assoluti del destino del pianeta. Un pianeta senza più zone franche nemmeno ai poli e che probabilmente sarà diviso equamente magari nel corso di una nuova Yalta prossima ventura.

Stiamo precipitando nel Medioevo della post modernità dopo aver danzato allegramente ed a lungo sull’orlo del baratro. Signori e padroni, come gli antichi sovrani e feudatari, dispongono delle ricchezze universali e del destino delle genti. Ma in una simile situazione, in cui il diritto dei popoli viene calpestato costantemente ed è evidente la connivenza delle tre teste del cerbero decise a spartirsi il mondo, cosa succederebbe se l’unico continente ancora al riparo da tale deriva, forse perché è ancora vivo il ricordo degli orrori del Novecento, si proponesse come quarta testa del cerbero? L’Europa entrerebbe nella spartizione del mondo.

Probabilmente, grazie al riarmo generalizzato sotto l’ombrello nucleare di Francia e Gran Bretagna, farebbe valere l’inviolabilità dei suoi confini, ma cesserebbe di essere un baluardo della democrazia ed una speranza per il mondo. Con la Russia inchiavardata sulla presunzione di invincibilità militare rivendicata da oligarchi già padroni delle sue ricchezze, gli Usa cinici stupratori di popoli e nazioni ben oltre la vecchia propensione a controllarne i destini, e la Cina padrona del Sud-Est asiatico, le residue speranze dell’umanità ancora protesa verso orizzonti di cooperazione pacifica, di libertà ed indipendenza, di progresso e sviluppo, a chi potrebbero essere indirizzate? Se anche la vecchia Europa – protagonista dell’illuminismo, delle rivoluzioni contro sovrani e dittatori, della resistenza contro il nazifascismo, della caduta del muro di Berlino e della ricostruzione democratica dell’Est vittima del potere sovietico – dovesse sedersi al tavolo della nuova Yalta, cosa rimarrebbe? È pur vero che anche l’Europa è stretta dalle spire della speculazione finanziaria che sta asfissiando popoli e pianeta in ogni dove e tuttavia in essa sono ancora potenti gli anticorpi. Ed è proprio nella esaltazione degli anticorpi culturali, democratici, libertari, la possibilità residua di fermare la deriva del mondo verso l’insorgere di un nuovo Medioevo. Ecco spiegata la opzione del disarmo unilaterale dell’Europa che certo non significa consegnarsi come una vittima sacrificale alle tre teste del Cerbero, ma avvertirle che essa non le seguirà sul loro terreno, nella certezza che la deterrenza atomica funzionerà esattamente in entrata ed in uscita. Chi sgancerà la bomba atomica decreterà anche la sua fine, non solo la rovina del destinatario. La tecnologia europea e il suo attuale livello di difesa ma anche la dimensione del suo mercato sono tali da essere, di per sé, motivo di deterrenza per le tre teste del cerbero.

L’opzione del disarmo significa per l’Europa rinunciare a digrignare i denti e rifiutare la logica che porta spartirsi il mondo con la scusa di difendersi, non la resa. Non solo, la strategia del disarmo se adottata con chiarezza di idee e determinazione sociale e politica, renderà evidenti le aberrazioni del cerbero e magari rappresenterà uno stimolo dentro gli Usa, la Russia e la stessa Cina, per innescare una reazione a catena contro i rispettivi governi che vogliono spartirsi il mondo in nuove, assurde zone di influenza chiuse da altrettanti muri e cortine. Insomma il disarmo europeo, nell’attuale frangente storico, è l’unica scelta a disposizione del mondo per rendere evidenti le vergogne dei governi sovranisti-dittatoriali e svuotarne le assurde e antistoriche ambizioni neoimperialiste. Solo in questo modo l’Europa potrà puntare su un nuovo ordine economico che la liberi e liberi il mondo dalla tagliola della metastasi iper capitalista che alimenta dappertutto, Russia e Cina comprese, la speculazione finanziaria ed energetica di plutocrati, di magnati ed oligarchi che sta stritolando il mondo.

La stretta della plutocrazia mondiale è ormai ad un punto di non ritorno. Essa paradossalmente è sul punto di esplodere perché ormai giunta alla fase dell’impossibile ulteriore dilatazione che la indurrà a divorarsi al proprio interno, distruggendosi. Paradossalmente siamo ad uno snodo rivoluzionario senza rivoluzionari. Per sopravvivere, la plutocrazia deve impadronirsi degli Stati e puntare a divorare tutti gli spazi pubblici disponibili. È quello che sta succedendo ed il rigurgito imperialista che punta al riarmo e vuole impadronirsi del pianeta, altro non è che l’estremo tentativo di prolungare la propria esistenza. La sindrome di Creso, divenuto talmente ricco da non trovare più pane da mangiare avendo trasformato in oro tutto quel che toccava, è ormai evidente ed essa è ben presente ai protagonisti del cerbero.

La caduta di Tesla e la trasformazione del presidente degli Stati Uniti in un suo propagandista per arginarne il tonfo ne è una spia evidente. Ahimè ne è una ulteriore spia anche la impotenza del magnate americano, patron di Tesla, Starlink, SpaceX e così via, di rispettare i suoi impegni con gli astronauti in attesa nello spazio di essere riportati sulla Terra. Egli è costretto a rinviare la missione di recupero degli astronauti intrappolati nella stazione internazionale che orbita nello spazio mentre il potere pubblico degli Stati Uniti d’America osserva impotente avendo appaltato ai magnati privati il progetto e con esso, la tecnologia per perseguire la sua politica spaziale. Ed è risaputo che il destino dei popoli e la vita degli individui non sono proprio al centro dei pensieri oltre che degli interessi dei plutocrati. Ed ancora cos’è se non una pericolosa spia, la assurda diatriba tutta italiana che preferisce appaltare ad un oligarca americano con dichiarate simpatie razziste, prevaricatrici e dittatoriali, la protezione dello spazio nazionale anziché affidarlo all’azienda pubblica Leonardo, l’unica sopravvissuta nella follia nazionale delle privatizzazioni che va avanti da quarant’anni?

Il mondo non ha bisogno di una nuova Yalta. Ha bisogno di una nuova Bretton Woods che restituisca neutralità alla finanza, ripristini l’indipendenza della tecnologia, dia autonomia agli organismi monetari internazionali, crei una moneta terza per regolare gli scambi internazionali e disciplini i meccanismi dello sviluppo economico mondiale dando finalmente attuazione alle idee di Keynes rifiutate nella prima Bretton Woods, con i risultati sotto gli occhi di tutti. Tutto questo che rappresenta l’ultima frontiera per la salvezza dell’umanità, del pianeta, del mondo in tutte le sue sfaccettature, potrà avvenire solo se almeno l’Europa si rifiuterà di inseguire le altre teste del cerbero. In caso contrario le tre teste diventeranno quattro e si moltiplicheranno ulteriormente come sta già succedendo con i nuovi dittatori regionali o addirittura locali, o aspiranti tali, che hanno capito di avere licenza di sopraffare popoli e persone e di impadronirsi delle ricchezze delle nazioni, aderendo al nuovo quadro geopolitico in costruzione ed assicurando fedeltà assoluta a questo o a quell’impero. Solo un’Europa “disarmata” potrà infrangere il destino liberticida del mondo. Se l’Europa dovesse sedersi al tavolo della nuova Yalta come quarta testa del cerbero, invece di imporre una nuova Bretton Woods il destino del mondo sarà quello distopico in cui non solo gli androidi ma anche gli umani sogneranno pecore elettriche, come avvertiva Philip K. Dick nel suo romanzo del 1968 da cui Ridley Scott trasse quel capolavoro sul mondo rovesciato che è “Blade Runner”.

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