Questo è un editoriale copiato

Parola per parola (hashtag compresi), è quello che state postando sui social a proposito della #Puglia regione più cara. Questo è un editoriale copiato. Ma non in maniera digitale, cioè servendosi della ormai famosa Ia che le dai un argomento e quella ti tira fuori duemila battute. No, questo è proprio rubato. Prendendo, parola per parola (hashtag compresi), quello che in tante e tanti state postando sui social.

Il tema è questa #messainscena dove la #Puglia è diventata la regione più cara d’Italia, dove le #frise costano un occhio della testa e per noleggiare un ombrellone, due lettini, secchiello e paletta ci voglia ormai un #mutuo col quale ci si potrebbe comprare un attico a Montecarlo. In tante e tanti, lo ripeto, avete scritto e postato su questo argomento e così ho deciso di prendere di fiore in fiore alcune riflessioni che trovo sensate. Eh sì, perché torto non avete. Innanzitutto ve la siete scontata (e ancora non avete finito) con certa #stampa che fa di tutta un’erba un fascio. Dite che non è vero che la Puglia sia la regione più cara di tutte, che non è vero che in altre regioni non accada la stessa cosa, ma che, solo la ricerca spietata dello #scoop a tutti i costi abbia ingigantito l’affare. Tutto qui. Addirittura fate degli esempi. È come se a #Bari, se uno si mette di punta, cerca e cerca, su trecentomila e rotti abitanti fino alla fine uno che cucina #risopatateecozze con la besciamella lo trova. E beh? Questo non vuol dire che a Bari tutti cuciniamo con la besciamella. Capita l’antifona?

E poi giù a testa bassa sulla tastiera a difendere il #marepulito, le coste meravigliose ed i tramonti mozzafiato. E se una rondine non fa primavera, è altrettanto vero che neanche una frisa troppo cara non fa un’estate sbagliata. Perché la nostra Puglia va difesa. Troppo comodo cercare nel particolare l’universale. La #statistica è una scienza esatta; parlare di un crollo delle presenze agli inizi di #agosto è da pivelli. Questi calcoli si potranno fare a settembre, quand’anche ad ottobre, non prima. Chi lo fa è in #malafede oppure si cosparge prima del necessario il capo di cenere.

C’è da cambiare qualcosa dopo tanti anni di successi? Sì! Ci sono delle criticità? Sì! C’è #qualcuno che se n’approfitta? Sì, sì ed ancora sì. Ma da questo a dire che il #turismo in Puglia è ormai in crisi #cenepassa.

Siamo un popolo di mercanti e commercianti e da sempre sappiamo come si fa. Non butteremo al vento questa manna dal cielo. Siamo troppo astuti. Pensate, mille anni fa siamo andati a prendere un #santo e lo abbiamo portato qui da noi per incentivare lo #scambio ed il #commercio attraverso ciò che allora non si chiamava turismo, ma #pellegrinaggio. Ma veramente state a credere al fatto che gente come noi si lasci andare ed approfitti del prossimo in maniera bieca ed ignorante? Sono migliaia di anni che #coccoliamo chi ci viene a trovare. Come Idomeneo re di Creta che qui trovò giusta ospitalità; come tutte e tutti quelli #albanesi che nel 1991 furono accolti con generosità. Oggi ridono e scherzano sul fatto che ci stanno a superare.

E vabbè, un po’ di #ironia non guasta. Piuttosto, ci pensate che bello se, come si faceva nel Settecento, c’inventassimo un #grandtour delle due coste: prima da noi e poi da loro! #brothers. Due sponde unite da un unico ideale: far star bene il #turista.

Chiudo con un’esperienza personale (ripeto, non mia, ma trovata in Rete). Domenica 13 agosto, un pranzetto in riva al mare in un lido fatto a lido, ma familiare. Una frittura mista, due spaghetti con le cozze, due calici di rosato fresco del #Salento e due coperti. Totale? Trentotto euro! Ripeto, in faccia al mare, con grande gioia e felicità. #Madò e mò chi glielo deve dire a quelli che ci vogliono sputtanare come i più cari del mondo? Sciatavinne, scià!

Adesso mi aspetto che da oggi, #Ferragosto, dopo questo post rubato, qualcuno esca fuori con la tesi che la “Puglia è la regione meno cara d’Italia”. Bugia! La verità, non dimentichiamolo, sta sempre nel mezzo.

P.S. Lo ripeto. Ogni parola ed ogni concetto espressi in questo editoriale sono stati presi dalla Rete, dai #Social. Sono vostri post. Nulla mi appartiene, ma tutto condivido.

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