Grande lancio di Puglia sul set holliwoodiano di Borgo Egnatia: una Puglia fantastica che si presenta solare, baciata dal sole, splendida e sontuosa nel suo stile minimal chic (si fa per dire dato il resort super lusso a imitazione degli Emirati arabi in versione chianca di Lecce).
Per cui passi pure che dagli Stati Uniti osino dire che la Puglia è terra di mafia: da anni lo dico e lo scrivo da queste pagine, per cui piuttosto che scandalizzarsi occorrerebbe ripartire da ammissioni scomode per ricostruire e ripensare una sana lotta alla mafia di noialtri emergente e sommersa. D’altronde, perché il governo meloniano si mostra intimamente turbato degli attacchi mafiosi alla Puglia dopo che esponenti dello stesso governo hanno avviato la procedura di commissariamento del capoluogo stesso per infiltrazione mafiosa?
Vabbè, diciamo che queste cose in questi giorni di gloria della Puglia non si possono dire, e ci sta pure perché altrimenti si rischia di fare il guastafeste, che non è mai visto bene.
Però c’è una cosa che sconvolge me e che voglio condividere coni lettori: la presidente del Consiglio che accoglie tutti i grandi della terra inneggiando alla pace e al dialogo tra i popoli, assumendo come simbolo di questa terra e di questo dialogo proprio un grande albero di ulivo.
Orbene, che lo si dica in caso non lo si sappia: l’ulivo è da sempre simbolo di pace. E se si utilizza questo simbolo quando si invitano presidenti lanciabombe e premier che foraggiano armi ai popoli in guerra, o che sostengono chi rifiuta corridoi umanitari a Gaza o altrove, sostenuti e accolti da un governo e da uno stato come quelli italiani che sostengono e aumentano il mercato delle armi… beh la retorica di questo simbolo mi dà fastidio parecchio.
Se si sceglie l’ulivo.. si scegli l’ulivo… che se pure è simbolo di lavoro e di forza e no strettamente di pace… sempre ulivo è, e pace o lavoro o forza… cose difficili sono, quindi occhio alle responsabilità di ciò che si dice e si fa!
Sarà perché sono stato a Kiev in missione di pace con i tipi di Stopthewarnow, e con le popolazioni bombardate che abbiamo incontrato dovevamo stare attenti a parlare di pace per non urtare con la retorica e l’astrattismo un bisogno ben più profondo e intimo dell’uomo di tutti i tempi…
Sarà perché vedere in mano a leader guerrafondai e di fatto impegnati in logiche di guerra un simbolo come l’ulivo così antico e così potente, addirittura evangelico, mi dà un profondo senso di nausea…
Sarà che certa retorica diventa troppa in certe occasioni e tutti siamo pacifisti a Borgo Egnatia e poi gridiamo “viva la guerra” nel Mediterraneo e altrove…
Sarà soprattutto che l’ulivo pugliese da anni è malato di xylella e forse rappresenta per questo un simbolo malato, di morte endogena, che brucia dentro…Si, forse è così: la Meloni ,e chi per lei, ha scelto come simbolo l’ulivo di Puglia, perché in quanto malato di xylella rappresenta, senza retoriche, la pace malata che solo uno come Papa Francesco sa tragicamente interpretare. Ma chissà se lo hanno ascoltato i grandi di Borgo Egnazia, impegnati come erano a salire e scendere da aerei privatissimi tentando di parlarsi in una lingua comune che non deve essere quella dei grandi, ma quella dell’uomo.