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Quelle idee trasformate in cialtronate

In questi giorni sono accadute due cose che non hanno avuto la rilevanza che avrebbero meritato. Sono passate sottotraccia nella maggior parte dei media. Mi riferisco all’intervista di Marina Berlusconi e alla proposta di legge presentata dal deputato Stefano Candiani. Due fatti apparentemente slegati tra di loro ma che nella realtà non lo sono.

Due avvenimenti che riattizzano le speranze di un disilluso, giovane liberale come me, ma che, nella realtà, nascondono una serie di mal di pancia che stanno attraversando il centrodestra e che minano la tranquillità di Giorgia Meloni e del suo governo. Ma, mettiamo in fila i fatti per averne contezza.

Dice Marina Berlusconi, non a caso dalle colonne del “Corriere della Sera”, che, per quanto riguarda diritti civili e aborto, si sente più in sintonia con l’ala più moderata del centrosinistra. Apriti cielo.

All’interno di Forza Italia la sortita viene vissuta come una specie di scomunica. Ma c’è di più: le parole di Marina danno la stura a quanti non hanno digerito l’appiattimento e, conseguentemente, il lasciapassare di Antonio Tajani alla riconferma di Ursula Von der Leyen alla presidenza della Commissione europea. Ed è così che dai giornali di casa Berlusconi, partono una serie di attacchi ai vertici di Forza Italia che, fino a ieri, erano impensabili. Se a questo aggiungiamo un sospetto movimentismo di Piersilvio Berlusconi, il panico è servito. Nessuno dorme sonni tranquilli. Non la presidente del Consiglio che, a parte le benvenute epurazioni di nostalgici giovani fascisti, sa benissimo che sulle scelte europee del suo partito si gioca la sua credibilità italiana; non Tajani che, anche lui sulle scelte europee, sente scricchiolare la sua poltrona di segretario nazionale di Forza Italia e teme di poter perdere, in un futuro molto imminente, la guida del partito che faticosamente ha elettoralmente rinsaldato; non Matteo Salvini, in grande difficoltà sia sulle scelte europee che all’interno del suo partito.

Insomma, in questa guerra per il miglior posizionamento europeo il centrodestra si muove in ordine sparso e questo non piace ai potentati economici del nostro Paese. Meloni, Tajani e Salvini in Italia governano assieme e in Europa stanno “l’un contro l’altro armati”.

E, giusto perché non si creda che tutto è possibile e tutto sia lecito, il buon Salvini, dal nulla, fa rimbalzare una richiesta di legge, a firma del deputato Stefano Candiani, con la quale, manifestando un precipuo interesse generale, volto ad abbassare il canone Rai, si chiede l’innalzamento del tetto pubblicitario della stessa Rai. Un meraviglioso provvedimento di liberalizzazione, usato come clava e avvertimento a partner e precisi centri di interesse. Come dire: Mediaset è avvisata.

La morale di questa fantastica politica nostrana è sempre la stessa e quantomai povera e deprimente. Una miope visione internazionale che, anziché pensare a rinforzare l’Europa per meglio poter attendere alla crisi mondiale che vede contrapposti Stati Uniti, Russia e Cina, guarda agli incarichi di governo che meglio possono servire alle diverse forze di governo del nostro Paese; e favolosi provvedimenti di liberalizzazione che servirebbero allo sviluppo e al progresso dell’Italia, usati come armi o deterrenti per combattere faide politiche. Forse dovremmo smettere di accontentarci che sul palcoscenico della politica continuino ad imperversare “nani e ballerine”. Lo dobbiamo a uno scenario internazionale quanto mai difficile e pericoloso; se non fosse inflazionato soprattutto da quanti non hanno titolo per affermarlo, vorrei dire che lo dobbiamo alle future generazioni; ma soprattutto, se abbiamo ancora un minimo di orgoglio nazionale, lo dobbiamo alla nostra storia da troppo tempo vilipesa da questo cialtronesco modo di intendere il bene e la cosa pubblica.

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