Per noi de “L’Edicola del Sud” il nuovo anno si apre con una brutta nuova. Una di quelle notizie che, a scriverle, provoca un dolore acuto all’altezza dello sterno, luogo del corpo dove, così dicono, vanno a ripararsi i sentimenti, quelli veri. Franco Sebastio, ex procuratore capo di Taranto e presidente del consiglio di amministrazione di Ladisa Ristorazione e amministratore unico della Ledi S.r.l., società editrice di questo giornale, si è spento nella giornata di ieri. Aveva 80 anni, ma a guardarlo negli occhi – sempre attenti, pieni di curiosità, caldi di emozioni – ne dimostrava assai di meno. Non c’è un’età per andare via, non c’è un conforto adeguato che possa giustificare la fine. Càpita a chi vive, ha scritto qualcuno.
Così è, per carità. Solo che, in questa forzata arrendevolezza, tutto rischia di diventare relativo, diafano, secondario. Eppure il nostro Presidente non è mai stato così cedevole al destino già segnato. Ha sempre lottato per la vita, per la trasparenza, per il trionfo del bene e delle cose giuste. La coscienza civile. Come dimenticare le sue battaglie contro l’inquinamento di una città, la sua città, che non sopportava di vedere ridotta e avvolta in una nube di tossicità ambientale e sociale. L’onestà. Contro le malversazioni di gente senza scrupoli. Di assassini, come quelli di Sarah Scazzi, a cui non diede la possibilità di farla franca. Il coraggio. Contro il potere di pochi usato ai danni di tante e tanti inermi cittadini. La storia di questa regione lo ricorderà per questo e per tanto altro. E l’Italia lo farà allo stesso modo. Chi come noi, invece, ha avuto la fortuna di conoscerlo e frequentarlo, non lo dimenticherà non solo per queste doti appena espresse, ma anche per altre un po’ più nascoste, ma altrettanto preziose. La risolutezza. Nel risolvere in quattro e quattr’otto problemi spinosi. L’ironia. Ovvero quella capacità di sorridere anche quando c’era da prendere decisioni importanti per il futuro dell’azienda, del giornale. Ma soprattutto la dolcezza. Bastava un suo sguardo per “aggiustare” una giornata nata male. Sarà stata la saggezza, l’esperienza, l’innata bonomìa, ma il suo sguardo era davvero speciale, specchio di un’anima bella. Alla famiglia il nostro più affettuoso cordoglio. A Te, Presidente, un grande abbraccio. Mancherai.
Bentornato,
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