Nel terzo trimestre del 2024, il deficit delle amministrazioni pubbliche si è ridotto in modo significativo, raggiungendo il -2,3% del Pil, un dato molto migliore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La riduzione delle uscite totali delle pubbliche amministrazioni, che sono scese del 4,4% rispetto al terzo trimestre del 2023, ha contribuito al miglioramento del quadro fiscale. L’incidenza delle uscite sul Pil si è ridotta di 3,6 punti percentuali, portandosi al 47,1% del Pil.
Nel complesso, nei primi tre trimestri del 2024, la spesa pubblica in relazione al Pil ha registrato una riduzione di 2,5 punti percentuali rispetto al periodo precedente, portandosi al 48,5%. Tale calo è stato principalmente attribuibile alla diminuzione delle uscite in conto capitale, scese del 47,8%, mentre le uscite correnti sono aumentate del 4,8%. Questo trend indica una concentrazione della spesa pubblica su voci più strutturali, con un impatto minore sugli investimenti a lungo termine.
Le entrate totali sono aumentate del 3,9% rispetto al trimestre precedente, con una crescita dell’incidenza sul Pil pari al 44,9%. Le entrate correnti hanno visto un incremento del 5,4%, mentre quelle in conto capitale sono diminuite drasticamente del 66,4%, a testimonianza di una minore capacità di finanziamento di progetti a lungo termine.
Nonostante questa contrazione, il saldo corrente delle amministrazioni pubbliche è stato positivo, con un surplus dello 0,1% del Pil rispetto al -0,5% dello stesso periodo dell’anno precedente. Nel complesso, il bilancio pubblico ha registrato un indebitamento netto di -4,6% del Pil nei primi tre trimestri del 2024, un notevole miglioramento rispetto al -7,4% dello stesso periodo del 2023. Questo miglioramento è stato accompagnato da una crescita della pressione fiscale, che ha raggiunto il 39,6% del Pil, con un aumento di 0,9 punti rispetto all’anno precedente.
Tuttavia, il saldo primario resta negativo, -0,6% del Pil, ma è comunque un miglioramento rispetto al -3,8% del 2023. Il reddito delle famiglie e il risparmio fanno registrare una leggera crescita. Per quanto riguarda le famiglie consumatrici, il reddito disponibile lordo è aumentato dello 0,6% rispetto al trimestre precedente, e il potere d’acquisto è cresciuto dello 0,4%, nonostante un aumento contenuto del deflatore implicito dei consumi (+0,2%). Si tratta di un dato positivo, sebbene inferiore rispetto alla crescita più robusta registrata nei trimestri precedenti, che segnala una stabilizzazione della capacità di spesa delle famiglie.
Nonostante questa crescita moderata del reddito, la propensione al risparmio è diminuita congiunturalmente, passando dal 10% del trimestre precedente al 9,2%, con una riduzione di 0,8 punti percentuali. Questo fenomeno è dovuto principalmente a una crescita più sostenuta della spesa per consumi (+1,6%) rispetto all’aumento del reddito disponibile (+0,6%), segno di un’inclinazione delle famiglie a consumare una maggiore parte del loro reddito piuttosto che risparmiare. Tuttavia, il risparmio tendenziale delle famiglie continua a crescere, a conferma di una tendenza di lungo periodo verso un maggiore accumulo di risparmi, nonostante le fluttuazioni congiunturali.
Il terzo trimestre del 2024 vede segnali contrastanti nell’economia italiana. Da un lato, le finanze pubbliche sembrano aver preso una direzione positiva, con una significativa riduzione del deficit e un miglioramento del saldo corrente delle pubbliche amministrazioni. Dall’altro, il reddito delle famiglie cresce ma a ritmi più contenuti, mentre la propensione al risparmio diminuisce, suggerendo che le famiglie potrebbero trovarsi di fronte a difficoltà nel mantenere il potere d’acquisto in un contesto economico incerto.
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