L’Istat ha pubblicato i dati del mese di agosto relativi al clima di fiducia delle imprese e all’inflazione. La pausa estiva si conclude con un bilancio piuttosto positivo visto che ad agosto la fiducia delle imprese torna ad aumentare dopo il calo registrato tra aprile e luglio. L’incremento dell’indice è dovuto al miglioramento stimato nel comparto dei servizi di mercato e segnatamente in quelli turistici e di informazione e comunicazione. Di segno opposto è la variazione dell’indice di fiducia dei consumatori che diminuisce per la prima volta, dallo scorso maggio. Purtroppo, tutte le variabili che compongono l’indice di fiducia sono in peggioramento. Buone notizie per quanto riguarda l’inflazione che, secondo le stime preliminari, ad agosto è scesa a +1,1% rispetto al +1,3 di luglio. Il calo tendenziale è da attribuirsi prevalentemente all’ampliarsi della flessione dei prezzi dei beni energetici (-6,1% da -4,0 di luglio).
Nel comparto alimentare i prezzi dei prodotti lavorati tendono ad aumentare il loro ritmo di crescita su base annua, contribuendo all’accelerazione dei prezzi del “carrello della spesa” (+0,9% da +0,7). Un sostegno all’inflazione si deve, inoltre, all’evoluzione dei prezzi dei servizi, che risente delle tensioni nel settore del trasporto aereo. Nel mese di agosto l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, sale a +2,0% (da +1,9 di luglio), e quella al netto dei soli beni energetici a +1,9% (da +1,8).
Se il merito del calo tendenziale dell’inflazione va attribuito ai prezzi dei beni, la dinamica dei servizi risulta in lieve accelerazione (da +3,0 a +3,2%). Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni cresce pertanto, portandosi a +3,7 punti percentuali (dai +3,1 di luglio).
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona accelerano su base tendenziale (da +0,7 a +0,9%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto decelerano (da +1,8 a +1,1%).
Un importante contributo alla crescita dell’inflazione si deve al settore dei servizi ed in particolare del trasporto aereo e dei servizi ricettivi e di ristorazione. La crescita dei prezzi legati al turismo ha scoraggiato le vacanze degli italiani, facendo registrare un calo nel numero dei pernottamenti, rispetto ai livelli record registrati negli anni scorsi. Queste variazioni hanno un forte peso sulla inflazione percepita ma sono da attribuirsi a fattori stagionali, per cui ci sono buone possibilità che finita la stagione estiva, la dinamica inflattiva si riduca.
Anche nell’Eurozona l’inflazione è scesa ad agosto (al 2,2%, rispetto al 2,6% di luglio) secondo la stima flash di Eurostat, per cui ci sono buone possibilità che vengano abbassati i tassi di interesse, con notevoli vantaggi per l’economia italiana. Il Governo in questi giorni, infatti, è impegnato a individuare le risorse per la prossima manovra economica, per cui un risparmio sugli interessi sul debito pubblico, insieme al tesoretto ottenuto grazie al successo del concordato biennale, potrebbero tornare molto utili.