L’Istat ha recentemente introdotto uno strumento geo-statistico innovativo che consente di esplorare le caratteristiche strutturali dell’agricoltura italiana, con un livello di dettaglio territoriale senza precedenti.
Questo strumento, basato su tecnologia ArcGIS, integra i dati del Censimento generale dell’agricoltura, offrendo mappe interattive e grafici dinamici utili per analisi comparative a livello regionale, provinciale e comunale. Concentrandoci sulla Puglia, emergono dati che mettono in luce punti i di forza e le nuove prospettive di questo settore strategico per l’economia regionale. In Puglia, circa la metà delle persone impiegate nelle aziende agricole è composta da manodopera familiare, un valore che evidenzia la forte tradizione agricola della regione. In particolare, nella provincia di Lecce, questa percentuale supera il 70%.
Al contempo, la manodopera straniera rappresenta solo il 9,3% del totale, un dato significativamente inferiore alla media nazionale del 15,5%. Tuttavia, a Foggia, il ricorso alla forza lavoro straniera sale al 20,3%, superando il dato medio italiano e confermando il ruolo strategico di questa provincia nella produzione agricola regionale.
Nonostante la ricchezza agricola del territorio, solo il 4,7% delle aziende agricole pugliesi ha effettuato almeno un investimento innovativo negli ultimi tre anni, un valore nettamente inferiore alla media nazionale dell’11%. Questa lentezza nell’adozione di nuove tecnologie rappresenta una sfida cruciale, considerando che l’innovazione è un fattore chiave per migliorare la competitività e la sostenibilità del settore.
Le aziende che diversificano la loro attività, ad esempio con agriturismi o altre iniziative legate al turismo rurale, sono circa 3.400, pari all’1,8% del totale regionale. Anche in questo caso, il dato è lontano dalla media nazionale del 5,7%. Tuttavia, tra le aziende con attività connesse, l’agriturismo emerge come l’opzione più diffusa, rappresentando il 26,9% del totale.
La Puglia, però, mostra un punto di forza nell’agricoltura biologica: il 5% delle aziende utilizza metodi biologici, con una maggiore concentrazione a Bari (6,8%), Foggia (5,9%) e Taranto (5,5%). La superficie agricola dedicata al biologico raggiunge il 17,9% della Superficie agricola utilizzata (Sau) regionale, superando la media nazionale del 14,8%. Le province di Taranto, Barletta-Andria-Trani e Brindisi si distinguono per una maggiore incidenza della superficie biologica, confermando il potenziale della regione in questo settore.
L’agricoltura pugliese si colloca in un contesto di tradizione e innovazione, ma emergono margini di miglioramento, soprattutto sul fronte degli investimenti e della diversificazione delle attività. La crescita dell’agricoltura biologica rappresenta una base solida su cui costruire strategie di sviluppo sostenibile e competitività, facendo leva anche sull’immagine di qualità e rispetto per l’ambiente.
Per rendere tutto questo possibile, è fondamentale il supporto delle istituzioni, con politiche mirate e incentivi che favoriscano l’innovazione e l’integrazione delle attività agricole con il turismo e la sostenibilità ambientale. La Puglia ha tutte le carte in regola per diventare un modello di riferimento nel panorama agricolo nazionale ed europeo.
Bentornato,
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