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Più servizi e contrattazione, così le donne lavorano e il Paese intero può crescere

Sono il doppio e guadagnano la metà. Le donne lavoratrici, nonostante passi avanti importanti compiuti in questi anni, sul fronte della parità di genere stentano ancora a raggiungere quella nel mercato del lavoro. Dal punto di vista occupazionale tante sono le donne anche in Puglia, ancora costrette a scegliere tra famiglia e lavoro, come se le due cose fossero in contrapposizione tra loro.

L’ultimo rendiconto sociale dell’Inps conferma inoltre come la differenza di genere sia ancora rilevante anche in termini di salario. Ricadute negative si registrano poi, con effetto domino, anche sulle pensioni delle donne con assegni di vecchiaia inferiori fino a oltre il 40%. Temi cruciali per il Paese come ben evidenziato dalla nostra leader Daniela Fumarola, affermando che i problemi occupazionali delle donne e soprattutto il tema della difficile conciliazione con maternità e lavoro di cura si riflettono anche sul piano pensionistico.

Siamo di fronte ad un paradosso molto evidente e che spesso si fa finta di non vedere. Le donne, in media, conseguono titoli di studio più elevati, eppure queste competenze non si traducono, come ben noto anche in Puglia, in pari opportunità in termini di occupazione. Persistono divari salariali, difficoltà di accesso a ruoli dirigenziali e una elevata precarietà lavorativa.

Insomma, il cosiddetto “soffitto di cristallo”, richiamato dalla nostra segretaria generale qualche giorno fa, o il cosiddetto “pavimento appiccicoso” ovvero l’ostacolo all’avanzamento professionale delle donne, costrette a una lunga permanenza nei ruoli più bassi delle organizzazioni o in mansioni lavorative meno retribuite, continua a rappresentare un vero sbarramento, seppur invisibile, alla crescita occupazionale delle donne. Da qui anche la loro instabilità occupazionale che vede solo il 18% delle assunzioni di donne a tempo indeterminato a fronte del 22,6% degli uomini, oltre ad essere impiegate principalmente con un contratto a tempo parziale. Le lavoratrici madri in particolare, costrette a volte a dimissioni volontarie, sono coloro che affrontano le maggiori difficoltà: ad esempio, i posti autorizzati nei servizi educativi per la prima infanzia, per l’Unione Europea dovrebbero essere parti a 45 ogni 100 bambini di 0-2; in Puglia si attestano invece intorno a 20,6 posti.

Come Cisl siamo convinti che una reale crescita non possa avvenire senza l’apporto delle donne. Non basta un gesto simbolico come la mimosa in un giorno dell’anno; è necessario un impegno costante e quotidiano da parte di tutti, nella sfera sociale, economica e politica-istituzionale, affinché le donne non siano più costrette a fare da equilibriste tra figli, lavoro, parenti e genitori anziani. A conferma di ciò, a fronte dell’invecchiamento demografico le donne continuano a farsi carico del lavoro di cura. Risulta allora chiaro che servono investimenti pubblici e privati mirati, incentivi e incrementi dei servizi per le famiglie, ed ecco che la questione occupazione-disoccupazione femminile potrebbe davvero trovare soluzioni reali.

La mancanza di indipendenza economica incide inoltre profondamente e drammaticamente sulle vittime di violenza di genere. I dati raccolti dai centri antiviolenza in Puglia confermano che negli ultimi anni si è registrato un incremento delle donne senza occupazione, prive di reddito personale (casalinghe e/o disoccupate), pari al 40,8%, e delle donne con occupazioni precarie, pari al 17,4%.

Superare le discriminazioni di genere richiede un approccio integrato che connetta cambiamento culturale, tra cui anche quello imprenditoriale. È fondamentale sensibilizzare fin dall’infanzia per abbattere gli stereotipi; mentre nel mondo del lavoro la partecipazione e la contrattazione di secondo livello possono favorire equità salariale. Il coinvolgimento delle parti sociali, come sosteniamo da tempo, assicura azioni concrete, mentre una rete di servizi efficiente facilita la partecipazione femminile al mercato del lavoro. Nonostante i progressi dell’emancipazione femminile dal XX secolo ad oggi, è fondamentale dunque ricordare le parole di Tina Anselmi, figura storica della Cisl, che sottolineava come le conquiste non siano mai definitive e vadano sempre difese.

Valentina Donno è segretaria regionale della Cisl pugliese

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